SABATO 3 OTTOBRE A ROMA

Sabato 3 ottobre, in occasione della manifestazione per la libertà di informazione, ci sarà pure la manifestazione per i precari della scuola. A tal proposito, nello specifico, per quanto riguarda la scuola e il mondo del sapere il CUI intende pateciparvi e contribuire all'organizzazione della stessa per continuare la battaglia a difesa dei precari, per una visione di scuola diversa, per una effettiva e netta controtendenza in merito alle scelte sulla politica della scuola.
Noi del CUI crediamo che sia utile andare in tanti a Roma per lanciare un messaggio chiaro dalla provincia di Ragusa.Anche i docenti della scuola iblea sono stati colpiti, così come, in particolar modo, i docenti del sud, e crediamo sia necessario dare un segnale forte di partecipazione.
Si parte venerdì 2 ottobre da Ragusa in via Zama alle ore 20 e si ritorna domenica in mattinata.
Affrettatevi a prenotare i posti dell'autobus!
PER INFO E PRENOTAZIONE: manda una mail a mario-dasta@hotmail.it

Circolo
Universitario
Ibleo

LETTERA SCRITTA DA DUE PRECARI

L’autobus, il treno, le valigie, la partenza, i saluti, la lontananza, le domeniche trascorse a studiare, gli esami, le lezioni, le giornate impiegate all’università tra pranzi al volo e studio in biblioteca. Sembra il soggetto della sceneggiatura di un film, invece è la vita di tanti giovani, ragazzi che spesso hanno lasciato la Sicilia per andare a studiare fuori, con la fermezza poi di voler tornare a lavorare nella propria terra. Anni trascorsi con la ferma volontà di, una volta terminati in fretta gli studi senza tanti svaghi e divertimenti dato che studiare fuori è una spesa non indifferente per le famiglie, tornare in Sicilia nel proprio paese, perché in realtà si ama troppo la terra in cui si è cresciuti, per non lasciare la propria famiglia, perché in fondo al cuore si nutre la speranza che ogni posto, anche quello più decentrato, può offrire delle possibilità, basta essere volenterosi e propositivi. Si crede che la laurea rappresenti il traguardo tanto ambito, ma appena si raggiunge la meta tanto agognata capiamo che in realtà siamo solo all’inizio di una lunga e impervia salita! Infatti, per chi ha scelto la professione di insegnante, inizia il calvario dell’abilitazione. Altri due anni di studio, esami che non sono altro che la ri-proposizione di materie già affrontate all’università e poi, il tirocinio nelle scuole. Una volta “abilitati” all’insegnamento, si inizia finalmente a lavorare. Si comincia con le supplenze brevi, poi con gli incarichi annuali. Pur lavorando, sebbene siano stati ultimati gli studi relativi al conseguimento della laurea e dell’abilitazione, comincia l’iter dei corsi on-line, corsi più o meno validi, più o meno costosi che offrono spesso poca preparazione, ma un certo punteggio che serve per scavalcare gli altri. Perché le graduatorie in cui gli insegnanti sono inseriti non istituiscono altro che una competizione tra colleghi, ognuno deve cercare di non farsi superare ma deve cercare di superare l’altro. Quando si insegna e ci si trova davanti agli alunni, si comprende come le aule ovattate delle università sono molto distanti dalla realtà delle scuole. Le lezioni di pedagogia dell’università sono molto disgiunte dalla realtà di disagio che provano gli adolescenti di oggi. Noi docenti, infatti, oltre a spiegare le cause della Seconda guerra mondiale, siamo chiamati ad affrontare con determinazione e coraggio quell’universo variegato di astrusità che attanaglia i giovani di oggi, feriti dentro in modo irreversibile e, in certi casi, talmente confusi e deboli da trovare la pace solo nell’estremo gesto… Tuttavia, è questa la nostra missione: se si diventa per gli alunni un punto di riferimento, una persona aperta e dialogante che non alza il muro dietro l’aura della cultura posseduta, come molti nostri insegnanti invece hanno fatto in precedenza con noi, si può pensare di aiutarli e diventare così quell’appiglio sicuro che purtroppo non riescono a trovare né in famiglia né con gli amici. Ma proprio quando cominci ad amare la professione appena intrapresa, tutto finisce, la scuola viene riformata, viene avviato un piano di “razionalizzazione” e si rimane a casa senza un lavoro, con quella poca esperienza accumulata e tanta voglia di continuare perché si pensa, forse sbagliando, di aver tanto da dare ai ragazzi. L’amarezza si amplifica se ad essere colpiti maggiormente siamo noi, giovani del sud, quel sud da cui spesso i giovani fuggono per andare a trovare lavoro altrove. Ma l’amarezza nasce anche da un’altra considerazione: l’aver lavorato duramente tutta la vita per conseguire una laurea con il massimo dei voti, 4 abilitazioni, 3 Master universitari, patente europea del computer, 2 qualifiche professionali, che conducono alla fine al risultato obsoleto e improprio dell’indennità di disoccupazione e di vacui contratti di disponibilità? Allora l’impegno non paga? Allora bisogna rassegnarsi all’idea che, non il merito, ma solo le scorciatoie facilitano il reperimento di un lavoro? La realtà è che non sappiamo cosa ci riserva il futuro, ancora una volta probabilmente dovremo rinunciare alla strada intrapresa, dovremo chiedere nuovamente aiuto alle nostre famiglie che forse non avranno mai la gioia e il sollievo di vederci finalmente diventare indipendenti e persone appagate. Sicuramente non moriremo di fame, ma moriranno certamente la dignità e la passione per le lettere e lo studio che, come un filo rosso, ha attraversato tutta la nostra vita. Tenendo conto del futuro incerto che si prospetta davanti a noi, siamo costretti a re-inventarci, cosa che alla nostra età appare difficile e ci getta nello sconforto, mentre per chi viene licenziato a 40 o peggio 50 anni è praticamente impossibile, specie in un luogo come la Sicilia dove già le opportunità di lavoro sono pochissime. Vorremo far capire a tutti che la nostra non è solo una battaglia per un semplice posto di lavoro, ma è una battaglia per difendere quel senso di civiltà che si sta disperdendo, perché un Paese che decide di risparmiare sulla formazione e sulla cultura, che mette a rischio la vita di migliaia di alunni, insegnanti e personale Ata, permettendo che si formino classi di 35/38 studenti, che licenzia in massa migliaia di professionisti che per la maggior parte lavorano con passione e vero interesse, non è un paese che possa definirsi civile. Il nostro è un Paese che non investe nel futuro! Alle lezioni di pedagogia e psicologia della Sissis ci hanno detto che una delle qualità che un buon insegnante deve possedere è il senso di responsabilità. Ci chiediamo se chi ci governa ha agito secondo responsabilità? Qualcuno ha pensato che dietro tutti quei numeri ci sono vite di giovani, ora demoralizzati, demotivati e privi di speranza, ma anche tanti genitori che hanno bisogno dello stipendio per sostenere il futuro dei propri figli? “Dite una bella verità con poche parole” ci ricorda il grande Gibran, ma ci chiediamo se a noi precari della scuola, giovani e non, che abbiamo perseguito la nostra verità con forza e coraggio, ci sia stato detto allora che il nostro destino alla fine di tutto sarebbe stato determinato non più dalle nostre capacità, ma dalle norme di una riforma inconsistente che ha deciso il nostro futuro per noi.

PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA

IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA

Cari genitori e cari studenti,
Probabilmente non ritroverete, in moltissimi casi, gli insegnanti dell'anno scorso. Anche l’offerta di formazione sarà più ridotta e meno qualificata per i tagli alla scuola pubblica effettuati da questo governo:
1) Non troverete nuove sezioni primavera per l'accoglienza dei bambini inferiori ai 3 anni, che dovranno essere inseriti in sovraffollate sezioni di scuola dell'infanzia nelle quali potranno ritrovarsi con compagni (nelle sezioni miste) fino a sei anni d'età.
2) Nella scuola primaria l'insegnante prevalente dovrà improvvisarsi tuttologo, cioè competente in tutte le discipline, talvolta inglese compreso, con l'abbandono del modulo che aveva reso la scuola elementare italiana una delle più qualificate del mondo.
3) Nella scuola media di primo grado sono state ridotte le ore di italiano e informatica, soppresse tutte le attività opzionali e facoltative, e ridotto l'orario da 33 a 30 ore settimanali.
4) Nella scuola media superiore si prevede una drastica riduzione del tempo scuola, da 40 a 30 ore settimanali, in quella che viene contrabbandata come una riforma che andrà in vigore dal 2010.
5) In barba al rispetto delle norme sulla sicurezza, le classi risultano sovraffollate oltre gli stessi parametri previsti dalla legge.
6) Molti bambini e ragazzi in difficoltà di apprendimento non potranno essere seguiti individualmente con ricadute negative sull’andamento didattico delle intere classi.
Questi sono i fatti definiti dalla Gelmini “ mere questioni politiche”
Vi chiediamo: del propagandato aumento del tempo pieno della Gelmini, ve ne siete accorti?
A questi tagli finanziari, professionali e umani alla scuola pubblica non corrispondono altrettante riduzioni alla scuola privata che ha mantenuto, se non aumentato, le risorse finanziarie attribuite dallo stato. E mentre quest'anno vengono espulse dalla scuola 25.000 persone tra docenti e personale amministrativo, di cui 7.000 solo in Sicilia, la Gelmini e' già andata oltre e parla e propone un sistema di reclutamento del personale fondato sulla chiamata “diretta” dei dirigenti scolastici.
Tutti i docenti espulsi oltre alla laurea hanno più abilitazioni all'insegnamento e talvolta decenni di esperienza. Questo patrimonio professionale e umano, arrivato alla scuola pubblica grazie a graduatorie rigidissime, punteggi e dura gavetta sara' annientato.
Finora la scuola si era salvata dalle raccomandazioni e dal degrado clientelare nelle assunzioni.
A fronte di emergenze sociali quali le dipendenze da alcool e stupefacenti sempre più precoci, bullismo, anoressia e bulimia, demotivazione all’apprendimento…… si riduce drasticamente qualità e quantità della scuola pubblica.
VI INVITIAMO A VIGILARE PRETENDENDO L’INFORMAZIONE SUL RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA NELLE CLASSI E NELLA SCUOLA DEI VOSTRI FIGLI.
COORDINAMENTO PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA

lunedì 14 settembre A PALERMO PER STARE VICINO AI PRECARI DELLA SCUOLA

LUNEDI' 14 SETTEMBRE, i sindacati stanno organizzando un autobus per andare a protestare a palermo e fare le proprie richieste in merito a quello che può fare la regione siciliana nelle sue competenze per provare ad arginare questa "riforma Gelmini".
Credo sia opportuno che il CUI si attrezzi per dare sostegno, soprattutto per la mobilitazione (logistica e numerica) per la riuscita della manifestazione di giorno 14 che assume un significato importante.
I precari della scuola hanno necessità del nostro sostegno e noi faremo di tutto per stare vicino a chi in questo momento nn arriva nn solo a fine mese ma ancor di più alle famiglie monoreddito che vivono un dramma esistanziale.
Un appello agli studenti sia universtari che della scuola secondaria, ma anche ai genitori dei studenti della scuola primaria, dato che la riforma smantella completamente il mondo del sapere in toto, ci pare assolutamente doveroso farlo: partecipare a questa manifestazione significherebbe sostenere nn solo i precari
ma soprattutto il mondo della scuola attaccato irrazionalmente da questo governo.

quindi per l'adesione e info contattateci
tramite facebook o tramite mail mario-dasta@hotmail.it oppure circolouniversitarioibleo@hotmail.it

Presid. CUI Mario D'Asta

OGGETTO: IL CIRCOLO UNIVERSITARIO IBLEO PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE E SI SCHIERA DALLA PARTE DEI PRECARI

A TUTTI GLI ORGANI

DI STAMPA



COMUNICATO STAMPA


AVEVA PROMESSO CHE NON SAREBBE STATO LICENZIATO NESSUNO….ORA DA’ IL SUO CONTRIBUTO ALL’AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE: TAGLI SPACCIATI PER RIFORMA… L’ORDINE REGNA, SONO AUMENTATI I BOCCIATI E LA SCUOLA ITALIANA FA ACQUA.. -

Stamattina il CUI ha partecipato con convinzione e determinazione alla manifestazione indetta dai precari che sono stati scippati di un diritto costituzionalmente riconosciuto: il diritto al lavoro. In un momento di crisi, come quello che sta attraversando il nostro Paese, a maggior ragione, crediamo che sia totalmente sbagliato smantellare il mondo del sapere.
Dopo la battaglia per l'università iblea, ancora una volta la nostra provincia, cosi' come tutto il resto del Paese, si trova a dover fronteggiare un dramma che colpicse centinaia di docenti, centinaia di famiglie e migliaia di studenti che si trovano colpiti da una "controriforma vera e propria" che taglia in maniera scellerata ed irrazionale quello che è il futuro di un paese civile
“Il bilancio definitivo degli interventi della Gelmini sul personale della scuola parla di 17.000 precari licenziati e di 8.000 soprannumerari, ovvero docenti di ruolo rimasti senza cattedra. Sugli Ata un taglio di 15.000 posti che farà saltare altrettanti supplenti.
Solo al Sud saranno cancellati 7.000 posti di lavoro, l’equivalente di circa 4 stabilimenti Fiat di Termini Imerese, di cui giustamente tanto ci si preoccupa.
Parecchi supplenti che dal prossimo settembre rimarranno a casa senza lavoro e stipendio non sono certo docenti agli inizi della professione.

Sta passando sotto silenzio uno dei fatti più gravi della storia repubblicana di cui il fenomeno dei licenziamenti è un brutale effetto derivato, la dismissione della scuola pubblica statale, un grave attacco alla scuola nazionale, per reintrodurre localismi, egoismi, anacronistiche divisioni tra Nord e Sud.

Una stima che, appare del tutto inadeguata rispetto a quelli che sono i bisogni, in termini di organico per personale docente e Ata, della scuola in provincia di Caltanissetta.

Ma tale copertura dei posti rispetto all’organico vacante è irrisoria e del tutto inadeguata,si tratta di un granello di sabbia nel deserto, di un provvedimento che non risponde in alcun modo a quelle che sono le reali esigenze di stabilità d’organico delle scuole e nemmeno a quelle dei precari storici che da anni attendono l’immissione in ruolo.

Tra l’altro considerato l’esubero diffuso, le nomine in ruolo potranno avvenire soltanto per pochissime tipologie di classi di concorso/posti.

Il CUI si schiera con chiarezza contro i progetti di dismissione, privatizzazione e aziendalizzazione voluti dalla Ministra Gelmini e dalla maggioranza che sostiene questo governo.
Contestiamo chi va in Tv e garantisce lo scorso autunno che “nessun insegnante perderà il posto di lavoro, sono notizie infondate, messe in giro ad arte” ( Gelmini e Berlusconi).

L’assessore alla pubblica istruzione, Leanza ha comunicato l’intenzione di intraprendere iniziative contro lo smantellamento del sistema pubblico di istruzione deciso dal ministro Gelmini”. “E’ un’intenzione di cui prendiamo atto- sottolinea il Circolo Universitario Ibleo- anche se riteniamo che il governo regionale potrebbe dare segnali concreti cominciando con le iniziative di sua competenza che gli sono state sollecitate in questi giorni dai sindacati .
Occorre chiedere al Governo Nazionale Berlusconi-continua il CUI- il ritiro dei tagli in tutti i settori della conoscenza, la revoca dei tagli indiscriminati, devastanti per la Sicilia e per la nostra provincia iblea in particolare e inoltre, le immissioni in ruolo nei posti vacanti, la proroga dei contratti per i precari, il ripristino delle supplenze sugli spezzoni fino a 6 ore, il sostegno al reddito per i precari senza contratto.

Al Governo Regionale Lombardo, come già per la Puglia e la Campania ed ancora il 31 luglio, per la Sardegna , uno stanziamento delle risorse proprie e provenienti da fondi comunitari per compensare i servizi tagliati e l'estensione degli ammortizzatori sociali in deroga ai docenti che non avranno rinnovato l'incarico e ancora, investimenti regionali su piani contro la dispersione e l’evasione scolastica, per l’integrazione e per sostenere la qualita’ dell’istruzione.

Il CUI chiede al nuovo prefetto di farsi interprete e carico presso il Ministero della pubblica istruzione e il Governo regionale della necessità di aprire una trattativa che consenta, attraverso soluzioni condivise, la revoca dei tagli, devastanti per la Sicilia e per la provincia di Ragusa in modo particolare”.





RAGUSA 05-09-09





CIRCOLO UNIVERSITARIO IBLEO

Nasce il Circolo Universitario Ibleo (Servizio in tv su Video Mediterraneo)

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