2-3-4 Gennaio 2011, PALAZZOLO ACREIDE (Sr) Premio Giovani "Giuseppe Fava". Giuseppe Fava, per gli amici Pippo, ucciso a Catania dalla mafia nel 1985, è stato scrittore, artista e giornalista direttore del mensile "I Siciliani", straordinaria stagione di giornalismo di impegno civile e antimafioso. Nella città natale di Pippo Fava, Palazzolo Acreide, al termine della tre giorni di conferenze, documentari, dibattiti, sarà conferito il Premio Giovani "Giuseppe Fava". Come Libera coord. Ragusa daremo una mano al Coordinamento e alla Fondazione Fava, promotori dell'evento. A breve il programma dove troveremo un'intera giornata dedicata a Libera. Libera Siracusa, infatti, co-promuove l'iniziativa. 

  • 5 Gennaio 2011 CATANIA, commemorazione alla lapide di Giuseppe Fava in via G.Fava (di fronte al Teatro Stabile). Conferimento nel pomeriggio del Premio Fava nazionale dedicato al giornalista ucciso da Cosa Nostra. Sempre in serata incontro, nel nome di Pippo Fava, con il giornalismo di base di Catania. Ci organizzeremo per una rappresentanza di Libera coord. provinciale di Ragusa. A breve volantino con il programma.

  • 9 Gennaio 2011importante iniziativa alla cooperativa LiberaTerra "Beppe Montana". Vogliamo ripetere la straordinario viaggio fatto esattamente un anno fa a Corleone. Questa volta giochiamo maggiormente "in casa", nel versante orientale della Sicilia: nei territori di Belpasso (Ct) e di Lentini (Sr) dove daremo una mano concreta alla cooperativa nel lavoro degli agrumeti confiscati alle cosche mafiose. Sarà una giornata di lavoro manuale e di formazione, con la testimonianza diretta dei soci della cooperativa B. Montana, all'antimafia sociale nel pieno spirito di Libera. Portare, come ricorderemo ulteriormente, scarpe di ricambio. Per tutte le informazioni rivolgersi a Sergio Failla: faillasergio@libero.it e cell. 3935103529  oppure  ragusa@libera.it.

LIBERA C’È: ANCHE IN PROVINCIA DI RAGUSA!

Nella nostra provincia “Libera - Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie” ha mosso i suoi primi passi circa due anni fa. Ha visto nascere presìdi a Vittoria, Modica, Scicli..
Sta facendo strada, Libera: oggi la ritroviamo “cresciuta”, pronta per l’ufficializzazione del Coordinamento Provinciale; le porte spalancate sul presente e un occhio al futuro..
In Italia Libera viene fondata il 25 Marzo 1995 da Don Luigi Ciotti. L’intento è quello di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e di promuovere la giustizia e la legalità. Libera è un coordinamento di singoli e di associazioni che operano sinergicamente per mettere in atto una lotta non violenta contro il dominio mafioso del territorio e per elaborare strategie di resistenza alle infiltrazioni mafiose.
Libera non è una sigla. E paradossalmente non è neanche un’associazione: Libera vive di differenze! Sono infatti le singole associazioni a rappresentare il volto dell’antimafia nel territorio. Il compito di Libera è quello di creare virtuosismo tra le associazioni, senza che esse vengano snaturate, e di dare cittadinanza ai singoli nell’opera di lotta alla mafia.
Testimoniare che le diversità non fanno paura e già in sé profondamente antimafioso!
Libera è anche promozione di iniziative culturali e di approfondimento sul fenomeno mafioso e sulle strategie di risposta ad esso. Libera è passione, è idea, ma è anche concretezza: “Legalità sono quei beni confiscati alle mafie e destinati all’ uso sociale. Legalità sono il pane, l’olio, il vino che produciamo nelle terre confiscate alla mafia” queste le recenti parole di Don Ciotti. E’ la realtà di Libera Terra: tremila i giovani provenienti dall’Italia e dall’estero che hanno già partecipato ai campi di volontariato che si svolgono ogni anno sui terreni confiscati..“per dare una mano, per formarsi, per approfondire!”
Un anno fa i tanti volontari e simpatizzanti ragusani di Libera hanno potuto “toccare con mano” il coraggio dei soci delle cooperative Libera Terra che lavorano per il riscatto sociale ed economico di territori “stanchi” di essere dominio di mafia. Un’esperienza di “turismo responsabile” durante la quale sono stati visitati luoghi simbolo della Sicilia che vuol cambiare. Domenica 9 Gennaio, il Coordinamento Provinciale di Libera riproporrà l’esperienza, che sarà vissuta presso i terreni di Belpasso e Lentini, confiscati alla mafia e oggi assegnati alla Cooperativa Beppe Montana. Durante la giornata sarà possibile offrire il proprio contributo nel lavoro di raccolta delle arance e di manutenzione del terreno; in un grande casolare a Belpasso si potrà inoltre vivere un momento di riflessione e di confronto con i soci della cooperativa.
Il nuovo anno si aprirà all’insegna delle nuove proposte che Libera lancerà in Provincia: tra queste ci sarà l’iniziativa “Una valanga di cartoline per seppellire la corruzione”; sarà quindi possibile firmare affinchè venga portata all'esame del Parlamento la proposta di legge che prevede la confisca dei beni non più solo ai mafiosi ma anche ai corrotti.
Viviamo in una Provincia dove la mafia agisce: senza quei clamorosi spargimenti di sangue che alimentano l’immaginario collettivo, ma agisce!
“Libera - Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie" in provincia di Ragusa prende quindi il suo impegno “per contrastare, secondo i principi della non violenza, la diffusione delle illegalità e del dominio mafioso”, per “valorizzare la memoria delle vittime di mafie, di violenze, di chi si è impegnato a costruire giustizia”, per “promuovere e praticare la cultura della legalità”...con il “morso del più”.Sempre. Perché come Don Ciotti insegna, il “morso del più” alimenta la Speranza!


Libera - Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, Coordinamento Provinciale di Ragusa

COMUNICATO STAMPA

AGLI
ORGANI DI STAMPA

COMUNICATO STAMPA


Oggetto:
Emergenza democratica,ancora una volta registriamo il non rispetto delle regole.
 
Costretti a chiedere le dimissioni dell’attuale segretario dei Giovani Democratici di Ragusa
.

Dopo nove mesi di inattività e immobilismo politico, il segretario dei GD di Ragusa ritorna sulla scena commettendo gravi errori di grammatica politica, dimostrando ancora una volta, l’emergenza democratica esistente all’interno del partito.
La stessa segretaria, con un colpo di mano, cambia la segreteria, cancella il ruolo del vicesegretario Salvatore Ucchino(probabilmente perchè della nostra area?) e assegna ruoli di responsabilità di commissioni sconvolgendo tutti gli equilibri politici presenti fino a quel momento: tutto ciò non nel luogo legittimo e preposto quale il direttivo, ma convocando arbitrariamente giovani, da lei scelti, senza un criterio oggettivo e comprensibile, proponendo una modifica, sempre arbitraria, del direttivo votato al congresso celebrato ad aprile del 2009, alterando gli equilibri congressuali.Equilibri, già precedentemente modificati nel febbraio del 2010, ma questa volta, per nostra volontà politica di far entrare gli "ex sinistra democratica" in nome e per conto dell'unità.
Da sottolineare, ancora una volta, come il ribaltone sia diventato di moda, dato che la segretaria, candidata ed eletta nella lista “uniti per unire”, cambia linea politica senza neanche discuterla all’interno dell’area medesima,ma soprattutto della giovanile democratica.Ma poi ci chiediamo come  sia possibile che la figura della responsabile delle politiche giovanili, presente nella segreteria cittadina del partito, non corrisponda alla figura del segretario dei giovani democratici: forse perchè prima il segretario era, politicamente, con la lista "Uniti per Unire"?
Ma per mettere la ciliegina sulla torta,data la presa di posizione pubblica illegittima , perché non discussa(atto per noi inaccettabile), circa l’appoggio  dell’attuale segretario del partitoda parte dei giovani democratici ragusani, ci troviamo costretti a precisare che questo nostro documento di risposta è utile per chiarire all’opinione pubblica la strumentalizzazione dei giovani democratici, ma anche  necessario per delineare la pluralità delle posizioni in merito: c’è una consistente componente della giovanile che non riconosce la linea dell’attuale segreteria cittadina del partito democratico di Ragusa, perchè ne mette in dubbio la medesima gestione democratica.
Dopo quest’ultimo atto, rinunciamo a qualsiasi ruolo nella segreteria e nelle commisioni e prendiamo le distanze da questa gestione personalistica e "pidiellina", chiediamo le dimissioni della segretaria e l'urgente convocazione di un direttivo per effettuare una profonda riflessione e rilanciare l’organizzazione con la volontà di costruire un percorso unitario che porti all’elaborazione di una piattaforma programmatica per la città.


Ragusa 18/12/10
Salvatore Ucchino ex Vice Segretario e componente di segreteria
  Andrea caruso ex membro di segreteria
 Giuseppe Albora ex membro della segreteria
 Placido De Salvo ex membro di segreteria
 Stefano Iozzia
  Flavia Migliorisi
 Federcio Antoci
 Eva Criscione

*

per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato
CONTRO LE MAFIE
*

Al Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano
Signor Presidente,
siamo profondamente preoccupati per il diffondersi della corruzione nel nostro Paese.
Si tratta di un fenomeno che sta dilagando, come ha autorevolmente denunciato anche
ultimamente la Corte dei Conti. La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità
delle istituzioni, inquina e distorce gravemente l’economia, sottrae risorse
destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura
democratica. Ci rivolgiamo a Lei, quale garante della Costituzione e massimo rap-
presentante delle istituzioni, per chiederle di intervenire, nelle forme e nei modi che
riterrà più opportuni, affinché il governo e il Parlamento ratifichino quanto prima e diano
concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie
in materia di lotta alla corruzione nonché alle norme, introdotte con la legge Finanziaria
del 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti. In questo
modo anche l’Italia potrà finalmente fare ricorso a norme chiare, strumenti e sanzioni
efficaci per contrastare davvero il diffondersi di questa autentica piaga sociale, econo-
mica e morale. Certi di poter contare sulla sua attenzione
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I giovani si sentono senza futuro ecco che cosa ha acceso la scintilla


La riforma Gelmini ha innescato il risentimento degli studenti. Contro una scuola e un'università che funzionano sempre peggio. Lo spiegano i dati Demos-Coop. Il disagio è profondo e generalizzato. E va ben oltre il ddl

di ILVO DIAMANTI
UN DISAGIO profondo e generalizzato. Che va ben oltre i contenuti della riforma Gelmini. Un disagio che riguarda lo stato del sistema scolastico, che appare in profondo e continuo degrado, da molto tempo. Ecco cosa c'è al fondo della protesta degli studenti. Il rinvio del voto al Senato, in attesa della fiducia (o della sfiducia) al governo, il prossimo 14 dicembre, non ha fermato la protesta contro la riforma dell'Università, firmata dal ministro Gelmini. In molte città, le occupazioni continuano. Nelle sedi universitarie ma anche nei licei e negli istituti superiori. Non intendiamo entrare nel merito della riforma, ma valutare il sentimento verso le politiche del governo, sull'università e sulla scuola. Parallelamente, ci interessa l'atteggiamento della popolazione nei confronti delle manifestazioni e delle polemiche che, da settimane, agitano il mondo studentesco. A questi argomenti è dedicato il sondaggio dell'Osservatorio sul Capitale Sociale di Demos-Coop, condotto nei giorni scorsi.

GUARDA LE TABELLE 1

I dati suggeriscono che, al fondo della protesta, vi sia un disagio profondo e generalizzato. Che va oltre, ben oltre i contenuti e i provvedimenti previsti dalla riforma Gelmini. Un disagio che riguarda lo stato del sistema scolastico nell'insieme, che appare in profondo e continuo degrado, da molto tempo.

Circa il 60% del campione, infatti, ritiene che negli ultimi dieci anni l'università italiana sia peggiorata. Lo stesso giudizio viene espresso dal 70% (circa) riguardo alla "scuola" nel suo complesso. In entrambi i casi, meno del 20% della popolazione sostiene il contrario. Che, cioè, scuola e università negli anni 2000 sarebbero migliorate. Metà degli italiani, peraltro, ritiene che la riforma delineata dal ministro Gelmini peggiorerà ulteriormente la situazione, un terzo che la riqualificherà.

Naturalmente, i mali del sistema scolastico hanno radici profonde e una storia molto lunga. Quanto all'università, è appena il caso di rammentare che, dalla riforma avviata dal ministro Berlinguer, alla fine degli anni Novanta (quindi da un governo di centrosinistra), è stata sottoposta a un processo di mutamento continuo e non sempre coerente. Che ha prodotto una moltiplicazione dei corsi di laurea e delle sedi assolutamente incontrollata. È da allora che gli studenti - e, in diversa misura, anche gli insegnanti - hanno cominciato a mobilitarsi. Oggi, però, il disagio ha superato il limite di guardia. E la protesta si è riprodotta per contagio, un po' dovunque. Per ragioni che vanno oltre la riforma stessa, lo ripetiamo. Perché è diffusa e prevalente l'impressione che l'università e la scuola, nell'insieme, ma soprattutto quella pubblica, abbiano imboccato un declino senza fine e senza ritorno.

La fiducia nella scuola, negli ultimi dieci anni per questo, più che calata, è crollata: dal 69% al 53%. Sedici punti percentuali in meno. Un quarto dei consensi bruciato in un decennio. Per diverse cause e responsabilità, secondo i dati dell'Osservatorio Demos-Coop. Due su tutte: la mancanza di fondi e di investimenti (32%), lo scarso collegamento con il mondo del lavoro (22%).

In altri termini: la scuola e l'università non attirano risorse e non promuovono opportunità professionali. Anche i "baroni", secondo gli italiani, hanno le loro colpe. Ma in misura sicuramente più limitata (9%) rispetto a quanto vorrebbe la retorica del governo e del ministro. Peraltro, le responsabilità dei "baroni" appaiono ulteriormente ridotte, nel giudizio degli studenti e di coloro che hanno, in famiglia, uno o più studenti. Il che (lo dice un "barone", personalmente, senza quarti di nobiltà e con pochi poteri) appare fin troppo generoso.

Perché le colpe del corpo docente, all'Università, sono molte. Una fra tutte: non aver esercitato un controllo di qualità nel reclutamento. E nella valutazione dell'attività scientifica e didattica. Anzitutto della propria categoria. (Anche per queste ragioni, forse, oggi appaiono perlopiù silenziosi, di fronte alla riforma).

Ma ridurre il problema dell'Università - e della scuola - alla stigmatizzazione dei professori, oltre a essere ingeneroso verso coloro - e sono molti - che hanno continuato a operare con serietà e, spesso, con passione, risulta semplicistico e deviante. Basti considerare, semplicemente, le risorse pubbliche destinate all'Università e alla ricerca. Le più basse in Europa. Basti considerare che, a questo momento, mentre sta finendo il 2010, il governo non ha ancora stabilito (non si dice erogato) il finanziamento (FFO) alle Università del 2010. Non è un errore di battitura. Si tratta proprio dell'anno in corso, o meglio, tra poco: dell'anno scorso. Difficile, in queste condizioni, discutere seriamente della riforma universitaria.

A non crederci, per primi, sono gli italiani. Anche così si spiega il largo sostegno alla protesta contro la riforma Gelmini - maggioritario, nella popolazione. Espresso dal 55% degli italiani, ma dal 63%, tra coloro che hanno studenti in famiglia. E dal 69% fra gli studenti stessi. Il consenso alla protesta studentesca diventa, non a caso, quasi unanime in riferimento alla carenza di fondi alla ricerca (81%). Mentre è più circoscritto (per quanto maggioritario: 53%) riguardo alle occupazioni. È significativa, a questo proposito, la minore adesione che si osserva fra gli studenti universitari stessi. Attori della protesta, ne sono anche penalizzati. Vista la difficoltà di svolgere l'attività didattica e quindi di "studiare".

La riforma Gelmini, per queste ragioni, più che l'unico motivo della protesta giovanile, appare la miccia che ha acceso e fatto esplodere un risentimento profondo, che cova da tempo. Nelle famiglie, tra gli studenti, tra coloro che lavorano nella scuola e nell'università (in primo luogo, fra i ricercatori, categoria a esaurimento, secondo la riforma). "Risentimento" e non solo "sentimento", perché scuola e Università sono un crocevia essenziale per la vita delle persone. A cui le famiglie affidano la formazione e la "custodia" dei figli. Dove i giovani passano una parte della loro biografia sempre più lunga. Dove coltivano amicizie e relazioni. La scuola e l'università: che dovrebbero prefigurare il futuro professionale dei giovani. Non sono più in grado di svolgere questi compiti. Da tempo. E sempre meno. Abbandonate a se stesse. In particolare quelle pubbliche. Anche se solo una piccola quota di italiani vorrebbe privatizzarle maggiormente. (Come emerge dal XIII Rapporto su "Gli Italiani e lo Stato", di Demos-la Repubblica, sul prossimo numero del Venerdì). C'è questo ri-sentimento alla base della protesta e del dissenso profondo verso le politiche del governo nei confronti della scuola e dell'università.

Da ultimo: la riforma Gelmini. Non è un caso che i più reattivi non siano gli universitari, ma i liceali. Gli studenti che hanno meno di vent'anni e frequentano le superiori. Si sentono senza futuro. Una generazione sospesa. Precaria di professione. Professionisti della precarietà. Tanto più se nella scuola, nell'Università e nella ricerca si investe sempre meno. Questi studenti (secondo una recente ricerca dell'Istituto Cattaneo e della Fondazione Gramsci dell'Emilia Romagna) oggi appaiono spostati più a destra rispetto ai giovani degli anni Settanta. E, quindi, ai loro genitori. Ma, sicuramente, sono molto più incazzati di loro. A mio personale avviso, non senza qualche ragionevole ragione.

Tonino Russo (PD): "Università, l’ultima legge di una maggioranza che non c’è più"

L’Università italiana ha saputo fino ad oggi, anche fra mille difficoltà, mantenere una produzione scientifica che pone ancora il nostro Paese tra le prime nazioni industrializzate, nonostante il basso numero di ricercatori e le scarse risorse finanziarie di cui dispone. Le nostre università hanno sfornato straordinarie risorse intellettuali, frutto di anni di sacrifici nelle aule e nei laboratori delle facoltà italiane, che hanno trovato il riconoscimento e la giusta valorizzazione e la dovuta collocazione soltanto all’estero: in grandi multinazionali, in laboratori di ricerca, in grandi centri-studi, dove sono stimati ed apprezzati per come meritano.
La privatizzazione dell’università proposta dalla Gelmini e la precarizzazione della ricerca sono l’esatto contrario di quanto il nostro Paese abbia bisogno, per valorizzare le sue migliori intelligenze e dotarsi di un sistema di ricerca all’altezza.
Altri paesi d'Europa, che condividono con noi comuni esigenze di bilancio e preoccupazioni per l'instabilità finanziaria, hanno aumentato gli investimenti in ricerca e innovazione. Francia e Germania, solo per fare qualche esempio, hanno accompagnato le loro misure di programmazione economica e finanziaria con massicci investimenti in formazione e ricerca, consapevoli che le risorse assegnate alla conoscenza rappresentano un moltiplicatore di sviluppo e di ripresa economica. Il sostegno migliore che un governo può assicurare al proprio sistema industriale ed imprenditoriale.
Anche per questi motivi il Partito Democratico ha svolto una strenua battaglia di opposizione che ha fatto registrare qualche successo, la maggioranza è andata sotto per ben tre volte, raggiungendo la ragguardevole quota 63, dall’inizio della Legislatura. La maggioranza si è ormai disciolta, non resta che aspettare il 14 dicembre, perché questa realtà, di cui qualcuno non vuole ancora prendere atto venga solennemente certificata dal voto di sfiducia.

GIU' LE MANI DA ROBERTO SAVIANO...firma anche tu

Attaccato dal Giornale e dalla Lega
La tua firma per Saviano: siamo a 30mila

Giù le mani da Roberto Saviano. Il sito de l'Unità in queste ore è preso d'assalto da tutti voi che volete difenderlo. Siamo già arrivati a 30mila firme in poche ore: ecco i commenti. Il Giornale di Vittorio Feltri ha fatto partire una campagna contro l'autore di Gomorra «che dà del mafioso al Nord». Noi non ci stiamo. Difendiamo tutti insieme lo scrittore condannato a morte dalla camorra.
Non lasciamo solo Roberto Saviano.
FIRMA ANCHE TU

La tua firma per Saviano

TOTALE ADESIONI PERVENUTE: 30405
Il Giornale fa partire una campagna contro l'autore di Gomorra "che dà del mafioso al Nord". Noi non ci stiamo. Difendiamo tutti insieme lo scrittore. Dopo le critiche del ministro Maroni, puntuale è partito il battage di Vittorio Feltri contro "il predicatore star", ovvero un uomo che vive sotto scorta ed è stato condannato a morte dalla camorra. Non lasciamolo solo. Firma anche tu: io sto con Saviano.

Nel caso di adesione di gruppi, associazioni o circoli vi preghiamo
di inviare l'elenco completo dei nominativi e delle e-mail all'indirizzo unisciti@unita.it

COPIA E INCOLLA
http://www.unita.it/firme_saviano/
E POI FIRMA

Nuovo laboratorio linguistico

E’ stato inaugurato il nuovo laboratorio, che sostituisce quello che fu inaugurato anni fa in piazza Pola. Può contare su ben cinquantadue postazioni di ultima generazione a scomparsa capaci anche di interagire con le principali reti telematiche. La realizzazione voluta dal consiglio di amministrazione del Consorzio Universitario Ibleo, offre una struttura multimediale all’avanguardia in favore degli studenti universitari che quotidianamente andranno a farne uso, riducendo le spese visto che il procedente laboratorio era realizzato in una struttura in affitto. Il progetto del nuovo laboratorio è stato redatto dagli architetti Bruno Cosentini e Carmelo Tumino e realizzato dalla Tekne per un costo di circa 130.000 euro. Il laboratorio è stato inaugurato dal preside della Facoltà, Nunzio Famoso e da Gianni Battaglia, presidente facente funzione del Consorzio Universitario Ibleo che ha sottolineato l’importante traguardo raggiunto. Inoltre ha spiegato che a breve sarà realizzato un corso di formazione per i docenti e saranno acquistate altre apparecchiature che serviranno al laboratorio. Ma il presidente facente funzioni Battaglia ha annunciato anche che si avrà presto un nuovo laboratorio che sarà realizzato all’interno dell’ex distretto militare utilizzando le apparecchiature del dismesso laboratorio di piazza Carmine. Nunzio Famoso che ha parlato in termini positivi del Consorzio visto che dal prossimo anno la facoltà di Lingue sarà in esclusiva a Ragusa. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti per la Provincia ed il Comune di Ragusa, soci del Consorzio, il presidente Franco Antoci, ed il vice sindaco Giovanni Cosentini. E’ bastato in pratica il costo di un anno e mezzo di affitto nel precedente laboratorio per creare una nuova struttura all’avanguardia,

la Repubblica:Scuola, nella notte il governo raddoppia i fondi alle private Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini

Scuola, nella notte il governo
raddoppia i fondi alle private
Il maxi-emendamento alla Finanziaria restituisce agli istituti paritari i 245 milioni tagliati. Nella casse delle università dovrebbero entrare 500 milioni. Durissima la Cgil: "E' un gioco delle tre carte sulla pelle dell'istruzione" di SALVO INTRAVAIA

Scuola, nella notte il governo raddoppia i fondi alle private Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini

Il governo ripristina i fondi per le scuole paritarie, incrementa i finanziamenti agli atenei, restituisce all'università i fondi per le borse di studio e assegna le risorse per espletare i concorsi richiesti in queste settimane a gran voce dai ricercatori in agitazione in tutti gli atenei. Il maxiemendamento alla legge di stabilità per il 2011 (ex legge finanziaria) restituisce agli istituti paritari i 245 milioni tagliati con la prima versione del provvedimento. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, mette così a tacere la polemica derivata dal taglio del 47 per cento (253 milioni) operato alle paritarie qualche settimana fa, che aveva creato più di qualche malumore, soprattutto negli ambienti cattolici.

L'emendamento del governo porterà nelle casse degli atenei anche 800 milioni che recuperano in parte i tagli effettuati con le ultime manovre finanziarie e andranno a incrementare il Fondo di finanziamento ordinario. Ci sono inoltre 500 milioni in più sullo stesso capitolo per gli anni a partire dal 2012 in poi. Una parte di questi fondi dovranno servire all'espletamento dei concorsi per professore di seconda fascia (associato) negli anni dal 2011 al 2016. Una integrazione ai finanziamenti delle università, quest'ultima, che potrebbe fare rientrare la protesta dei ricercatori contro la riforma Gelmini. La riforma dell'università portava a rottamazione i ricercatori che per oltre un decennio hanno insegnato e, in questo modo, supplito alla carenza di docenti di prima e seconda fascia. Ma che non si erano potuti dedicare alla ricerca a tempo pieno rimanendo indietro nei concorsi.

Un provvedimento, quello delle scuole paritarie, che provoca le proteste dell'Idv e un duro comunicato della Cgil scuola: "Si compie - dice il segretario Mimmo Pantaleo - il solito gioco delle tre carte. Si incrementano di 800 milioni i fondi per l'università, la cui ripartizione, tra concorsi fondo ordinario e diritto allo studio, non è chiara, ma si confermano i tagli di 1,4 miliardi previsti dal decreto fiscale del 2008. Agli istituti di ricerca pubblici resta la diminuzione di 95 milioni del fondo per il 2011. Sono confermati i tagli per la scuola, anche per il prossimo anno e nel contempo sono aumentati di 245 milioni i fondi per le scuole paritarie. Un governo in agonia vuole completare l'opera di demolizione della conoscenza pubblica per lasciare spazio alla privatizzazione".

Il maxiemendamento al disegno di legge di stabilità stanzia anche 100 milioni per borse di studio e prestiti d'onore agli studenti universitari meritevoli. Sarà un decreto dei ministri dell'Economia e dell'Istruzione a stabilire "le tipologie di interventi suscettibili di agevolazione e i soggetti beneficiari meritevoli di agevolazione. L'Unione degli universitari considera questi 100 milioni una parziale risposta del governo alla mobilitazione studentesca. "Il governo - dichiara Giorgio Paterna - dopo le proteste degli studenti e di tutta la comunità accademica, ha fatto finalmente un passo indietro e restituito una parte di quanto tolto agli atenei". "Queste risorse - prosegue - servono solo a ridurre il taglio previsto per i prossimi anni e non rappresentano in nessun modo un investimento sull'istruzione superiore, ma solo una parziale restituzione di tagli imposti" in precedenza.

Festival Carta Bianca




informazioni
Tre giorni di incontri, presentazioni, reading, aperitivi letterari, concerti, workshop. Una piccola bandiera per segnare l’amore per i libri, la lettura, la scrittura.
Soda Elettrica, il Comune di Chiaramonte Gulfi (Rg) e l’Assessorato alla Cultura, P.I. e Politiche Giovanili presentano Carta Bianca – Festival di Letteratura, dal 29 al 31 ottobre a Chiaramonte Gulfi (Rg).
Siamo convinti dell’importanza della lettura, della letter...atura e dei libri e della loro ricchezza infinita e senza tempo: una ricchezza in grado di spiegare, aprire e suggerire mondi;
Così per tre giorni, a Chiaramonte Gulfi, avremo modo di scoprire uno dei più paesi del Sud Est siciliano passeggiando per le sue vie e imbattendoci in piccoli eventi che raccontano mondi: l’assoluta contemporaneità sociale di Girolamo Di Michele che presenterà il suo libro La Scuola è di Tutti (Minimum Fax), in cui il mondo scuola viene scoperchiato con tutte le sue contraddizioni e necessità; Ottavio Cappellani, sicilianissimo e uno dei migliori nuovi scrittori italiani (tanto da essere amato persino da un mostro sacro come David Leavett, presenterà un suo reading dal suo Chi ha incastrato Lou Sciortino? (Mondadori) e terrà un workshop di scrittura creativa. Cesare Basile incontrerà la figura di Danilo Dolci, autore di culto del ‘900 capace di sprigionare una intensità umana e artistica con pochi eguali, in un concerto reading, Io Mi Sono Sognato Fuoco Pure. E ancora, un ricordo di Peppino Impastato e Felicia Bartolotta e un’interpretazione dai “Cento Passi” di Felicia Palazzolo. Un omaggio a Charles Bukowski, redatto tra parole immagini e musica, condotto dalla voce di Carlo Ferreri, uno dei più valenti nuovi attori siciliani (tra teatro, cinema e tv, nonché regista dell’ottimo e apprezzato spettacolo teatrale Morir di Fama), con le immagini del visual artist Vj Kar e i fondali musicali curati da Gianluca Runza (Rumore magazine); il reading dal Bravo Figlio (Rizzoli) di Vittorio Bongiorno: libro amato da Fernanda Pivano che gli dedicò una intera pagina sul Corriere della Sera. O il concerto, tra Capossela e Paolo Conte di Gill & Co. in una sezione chiamata Carta Bianca OFF. E ancora una intera giornata dedicata ai bambini: perché l’amore va coltivato e invogliato da subito. Una Fiera del Libro per bambini a cura della libreria Tempo Libro, così come il laboratorio di burattini e lo spettacolo Il Pesciolino Azzurro a cura di Manomagia.

Si avvicina la settimana mondiale della prevenzione del diabete!

INDICE

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SALUTE. DIABETE, AUMENTANO I CASI TRA I GIOVANI
IL PROBLEMA SPESSO È LO STILE DI VITA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 ott. - Aumento di casi di diabete tra i giovani. E sul banco degli imputati salgono un'alimentazione non del tutto sana, attivita' fisica pressoche' assente e il fumo.

Stili di vita errati che fanno schizzare i numeri dei malati di diabete: il 56,6% dei diabetici ha piu' di 65 anni, il 35,4% ha un'eta' compresa tra i 45 e i 65, l'8% ne ha meno di 45, mentre quasi 1 persona con diabete su 5 ha meno di 55 anni. Il diabete di tipo 2 riguarda il 91,9% e, tra questi, 1 su 10 ha tra i 45 e i 55 anni, ma gia' 4 su 100 meno di 45.

Quanto alla linea, i due terzi dei soggetti con diabete di tipo 2 sono obesi, un quarto invece i pazienti con diabete di tipo 1.

(Wel/ Dire)

In memoria di Giovanni Spampinato ucciso dalla mafia...38 anni dopo..

Giovanni Spampinato: 27 Ottobre 1972 – 27 Ottobre 2010



Il 27 Ottobre 1972, Giovanni Spampinato, giovane giornalista di Ragusa, inviato dell'Ora e dell'Unità, veniva ucciso perché cercava la verità. trentotto anni dopo, le ragioni dell'impegno che hanno esposto Giovanni al rischio della vita rimangono le stesse: non voltare la faccia dall'altra parte di fronte alle ingiustizie, reagire all’indifferenza, in sostanza "andarsela a cercare", come ha detto recentemente qualcuno, quando si tratta di scegliere la dimensione etica del proprio agire qualunque sia il prezzo da pagare.

Il concetto etico del giornalismo di Giovanni Spampinato vive tutt'ora nelle battaglie civili di quei giovani giornalisti lasciati soli dallo Stato in Calabria, in Campania, e anche nella nostra Sicilia, dove in tanti sono i cronisti territoriali che stanno in trincea senza nessuna tutela per le medesime e alte idealità che animavano Giovanni nel portare le sue inchieste e le sue denunce fino in fondo, scegliendo "da che parte stare", a dispetto delle possibili conseguenze.

Tutta la rete di associazioni e movimenti di Libera Sicilia, il coordinamento di Ragusa, le testate e i giornalisti indipendenti che spesso hanno fatto la storia dell’antimafia nella nostra terra, vogliono ricordare Giovanni vivendo, e continuando a vivere come disinteressato servizio l’impegno quotidiano per l’informazione, la verità e il bene comune. Un impegno teso a smascherare tutte le imposture del potere, affinché la memoria di questo nostro compagno di viaggio e fratello maggiore non sia una bestemmia inutile, una liturgia superflua, ma una vera scelta di vita orientata alla costante ricerca della giustizia e della difesa della nostra Costituzione, oggi più che mai assediata e in pericolo.



27 Ottobre 2010

Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, coordinamento provinciale di Ragusa

Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, coordinamento regionale della Sicilia

“AccadeinSicilia”, Ragusa

“Casablanca”, Catania

“U Cuntu”, Catania

“Ad Est”, Agrigento

"Articolo 21"

Mario d’Asta: «Un chiarimento circa la direzione del partito democratico della città di Ragusa»

La posizione di Massari e Accardi in merito all’ingresso nella direzione cittadina del partito democratico di Ragusa resa pubblica con un comunicato, ci spinge a precisare,aderendo noi giovani provincialmente all’area Ammatuna e, soprattutto, avendo contribuito in maniera determinante al risultato significativo che Massari ha ottenuto sia a livello provinciale con la sua candidatura alla segreteria provinciale, che cittadino nella lista “Uniti per Unire”, che non condividiamo il percorso dell’area stessa di entrare in direzione cittadina.

Riconosciamo che Massari e Accardi ribadiscono di essere all’opposizione, in maniera netta e forte, rispetto alla segreteria cittadina, ma, lungi da noi fare polemica alcuna con l’area stessa, preferiamo continuare il percorso unitario della lista “Uniti per Unire” e costruire strumenti di partecipazione democratica alternativi all’attuale segretaria cittadina.

La lista “Uniti per Unire” ha già denunciato, in relazione all’elezione del segretario cittadino, il ribaltone consumato con alleanze diverse da quelle scaturite dal voto congressuale.

Alla elezione è seguita il non rispetto delle regole democratiche del partito, una gestione di parte del partito con l’assunzione di posizioni politiche per la città né discusse né concertate.

Se vogliamo costruire veramente il bene della città, dobbiamo costruire inanzitutto, e prima di tutto, il bene del maggior partito di opposizione e dare un’alternativa credibile a questa città nel rispetto della dialettica, ancor prima che con gli altri partiti di coalizione, all’interno del partito stesso, affrontando i problemi con la consapevolezza che nel PD non ci può essere posto per individualismi né di vecchio né di nuovo genere.

Vogliamo mettere al centro della nostra riflessione prima e della nostra azione politica poi le esigenze dei nostri cittadini: i problemi dei precari della scuola, l’università, le politiche del lavoro e dello sviluppo, la disoccupazione e la precarietà,la continua emigrazione dei giovani fuori dalla Sicilia e dall’Italia, la crisi dell’agricoltura e dell’edilizia, il parco degli iblei e e il piano paesaggistico.

Tutto questo può essere raggiunto non attraverso un coinvolgimento strumentale e tardivo ma attraverso la chiara differenziazione degli strumenti e dei metodi democratici».

Ragusa 11/10/2010

Frati,il Rettore della Sapienza:"Se non arrivano i soldi l'anno accademico non partirà"

ATENEI IN RIVOLTA

E' questo il grido di dolore che lanciamo alla politica.
E' questo il grido di dolore che lanciamo alla Gelmini e a Tremonti


Mi rifiuto di approvare il bilancio preventivo 2011 in rosso e di vendere gli immobili per fare cassa", ha detto il rettore della Sapienza pronto a dimettersi. L'appello alla Conferenza dei rettori: "All'università manca un miliardo. La politica è restia a tagliare se stessa e gli sprechi, bisogna farglielo capire"

Senza fondi La Sapienza non sarà in grado di iniziare l'anno accademico 2010/2011". Il rettore della Sapienza, Luigi Frati, parla in conferenza stampa delle conseguenze che possono ricadere sull'amministrazione dell'ateneo visti i tagli previsti dalla finanziaria. L'università romana chiede risposte sulla risorse e sul problema dei ricarcatori perché, come spiega il rettore, "noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo". "Se non arrivano i soldi - ha aggiunto - mi dimetto, arriverà un commissario, uno più bravo di me, noi abbiamo fatto in due anni quello che dovevamo fare in quattro. Abbiamo ridotto le facoltà e i dipartimenti - ha spiegato - riordinato la governance. Ma resta il problema delle risorse. E' questo il grido di dolore che lanciamo alla politica. Gelmini e Tremonti hanno detto: ristrutturate che poi le risorse arriveranno. Noi siamo qui che aspettiamo. Chiediamo a Gelmini e Tremonti di farci capire se questa università può svolgere la sua funzione rispetto ai suoi utenti".

Poi l'appello a tutti i rettori d'Italia affinché facciano sentire la loro voce. La Crui, la conferenza dei rettori, "deve assumere una posizione più netta sui tagli", dichiara Frati. "Dovrebbe dire con più autorevolezza qual è il problema del paese: all'università manca un miliardo. La politica non può ignorarlo. La Conferenza deve avere un ruolo più attivo nel dibattito. Non è il momento dei pannicelli caldi. La politica è restia a tagliare se stessa e gli sprechi. Bisogna farglielo capire".

La Sapienza, ha proseguito Frati, "era l'università dove era più difficile razionalizzare. Noi ci siamo riusciti come richiesto. Ora vogliamo risposte". Il senato accademico ieri ha prodotto una dura mozione spiegando che senza risorse l'ateneo avrà "una didattica da terzo mondo e una ricerca in dissoluzione". "Gelmini e Tremonti invertano la tendenza, ridiano ossigeno all'università", si è augurato il rettore. Quanto ai ricercatori che si rifiutano di insegnare perché non è obbligatorio per legge: "Da trent'anni aspettano una risposta, la riforma non la dà perché senza risorse i concorsi per assumere docenti non si possono fare".

"Io - ha aggiunto Frati - mi rifiuto di approvare il bilancio preventivo 2011 in rosso e mi rifiuto di vendere di vendere gli immobili per fare cassa. Le norme di contabilità pubblica dicono che il presidente del consiglio dei Ministri metta all'ordine del giorno la materia e metta all'ordine del giorno la nomina del commissario".

(22 settembre 2010)

I vescovi chiedono federalismo solidale e dicono basta alle «discordie personali»

I vescovi chiedono federalismo solidale
e dicono basta alle «discordie personali»
Caso Fini: per Bagnasco le liti mettono in secondo piano gli «affanni» del Paese

Martedì 28 Settembre 2010
Il Fatto,
pagina 6

il cardinale angelo bagnasco, presidente della cei
ANDREA GAGLIARDUCCI
Roma. I sacerdoti sono "angustiati" per l'Italia, dove hanno vissuto "momenti di grande sconcerto" per "discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili", quasi "non ci fossero altri affanni". Così Angelo Bagnasco, presidente della Cei, comincia a tratteggiare la situazione italiana nella prolusione al Consiglio permanente dei vescovi, apertosi ieri. Una lunga riflessione su quanto sta accadendo in Italia. Non fa nomi, ma sembra chiaro il riferimento al dibattito sull'inchiesta sulla casa di Montecarlo in cui vive Giancarlo Tulliani, sui contrasti tra Fini e Berlusconi, sul dibattito politico in generale. Detta i temi in agenda: il federalismo, al quale i vescovi da tempo si sono detti favorevoli, a patto che ci si ricordi che "con il federalismo cresce lo spessore delle responsabilità da esercitare localmente"; la richiesta di una riforma fiscale costruita su "criteri di maggiore equità" e soprattutto "a vantaggio del soggetto che per tutti è decisivo, e cioè la famiglia"; la scuola, dove non mancano "novità importanti che meriterà sperimentare, cogliendone tutte le possibili virtualità".
Molto spazio è dedicato al federalismo: i vescovi hanno già aperto alla riforma, e Bagnasco ricorda che questo porterà maggiore impegno a livello locale. "Riuscire a rispettare i vincoli di bilancio diventerà un'attitudine inderogabile", afferma. E non basta solo un'abilità tecnica-gestionale, perché "diversamente prevarranno le spinte a un contrattualismo esasperato e ad una demagogia variamente declinata". Perché la riforma funzioni è necessario un forte spirito nazionale, e una concomitante "riforma fiscale". "La Chiesa - sottolinea Bagnasco - intende fare per intero la propria parte, come in altri momenti cruciali, perché si realizzi un federalismo solidale". E, infine, la richiesta di maggiore attenzione fiscale per le famiglie. Ricorda che "le coppie desiderano in media 2,2 figli, mentre ne nascono solo 1,4", e dunque "le misure economiche, messe o non messe a sostegno della famiglia, sono un fattore decisivo".
E' viva anche la preoccupazione per l'economia: Bagnasco chiede alle banche di adottare "criteri del massimo favore possibile" per finanziare le imprese, si augura che "il diritto dei lavoratori disoccupati, in mobilità o licenziati" sia tenuto in conto, e che vengano presto "reintegrati", chiede di "non ritirare gli ammortizzatori sociali".
Il Paese reale di cui parla Bagnasco è un'Italia che non "può più attardarsi". Si deve lavorare per il "bene comune", ed è qui l'impegno dei cristiani: il cardinale chiede di "superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tornaconto", sostiene che il linguaggio pubblico deve essere "confacente a civiltà ed educazione", incoraggia "quanti si battono con abnegazione in politica", chiede di "coinvolgere anche i giovani". E rivendica il ruolo della Chiesa che "nel suggerire valutazioni" su bioetica o famiglia attinge "al patrimonio culturale dell'umanità".

La Sicilia
28/09/2010

LIBERA SICILIA: "CARTA DI PIAZZA ARMERINA, MOSAICI DI RESPONSABILITA' "

Noi sottoscritti cittadini e cittadine di Sicilia, uomini e donne di ogni età, aderenti al coordinamento siciliano di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ci assumiamo la responsabilità di contrastare ogni forma di mafia e di corruzione e di impegnarci per la democrazia e la giustizia sociale.

Ci impegniamo a fare nostra la “Carta di Piazza Armerina – Mosaici di Responsabilità”, documento programmatico realizzato spontaneamente dall'assemblea costitutiva del coordinamento siciliano di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” al fine di sollecitare la società civile, le istituzioni e le forze politiche nel contrasto alle mafie e alla corruzione, promuovendo percorsi di legalità e di solidarietà sociale.
BENI CONFISCATI
In tema di riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, urge un aggiornamento delle normative e maggiore chiarezza sulle pratiche. Occorre avvalersi delle competenze acquisite e dei recenti strumenti introdotti con l’istituzione dell'Agenzia nazionale per la gestione dei Beni Confiscati e dal Piano straordinario del governo contro le mafie.
Allo scopo Libera Sicilia chiede di:
1. Proseguire nel proposito di istituire gli uffici decentrati dell'Agenzia nazionale per la gestione dei Beni Confiscati in Sicilia;
2. Coinvolgere la rete di Libera nella definizione degli indirizzi presi da Agenzia e Consorzi di Comuni;
3. Dare totale applicazione alla legge regionale n. 15 del 2008, dando, in particolare, maggiore spazio ai bisogni formativi dei rappresentanti dei Comuni e degli enti locali assegnatari in materia di beni confiscati;
4. Accelerare l'assegnazione dei beni confiscati ai Consorzi, laddove essi siano costituiti ed operanti, da parte delle amministrazioni comunali, rimuovendo gli ostacoli di natura burocratica;
5. Sostenere, sollecitando anche azioni legislative, gli enti assegnatari dei beni nei rapporti con terzi che avanzano diritti di garanzia. In particolare è urgente risolvere il problema dei beni gravati da ipoteca in favore di istituti di credito;
6. Capitalizzare i soggetti assegnatari (associazioni e cooperative in primis) permettendo un più agile accesso al credito degli stessi. Favorire a tal fine investimenti che garantiscano una più fluida gestione imprenditoriale-sociale;
7. Perorare interlocuzioni tra Prefetture e istituti di credito per convenire un sistema di riduzioni e dilazioni che renda i beni pienamente fruibili dagli assegnatari.
GIUSTIZIA
Limitare le intercettazioni come previsto nel testo del disegno di legge approvato al Senato diminuirà e garanzie di legalità per tutti e indebolirà l'azione dello Stato contro le mafie.
Allo scopo Libera Sicilia chiede di:
1. Garantire che le intercettazioni continuino ad essere strumenti essenziali per le indagini anche per i reati non direttamente collegati alle associazioni mafiose, ma che da sempre sono spunto per l'accertamento di gravi crimini mafiosi.

Soprattutto devono cadere:

1. Il limite temporale per le intercettazioni;
2. La competenza del giudice collegiale per autorizzazioni e proroghe, vista la carenza di organico dei magistrati;
3. Il divieto di utilizzabilità in altri processi;

Per questo Libera Sicilia aderisce alle iniziative di protesta in atto in tutta Italia contro l'approvazione del ddl (“legge bavaglio”).
ANTIRACKET
Le vittime di estorsione e usura, pur sostenute maggiormente dalle istituzioni, come dimostra l’aumento in Sicilia delle denunce, sentono il bisogno di solide garanzie da parte dello Stato.
Allo scopo Libera Sicilia chiede di:
1. Velocizzare i tempi per il risarcimento in favore delle vittime di estorsione e usura, fissando tempi certi e motivati;
2. Unificare il percorso dei procedimenti penali e civili nei processi per estorsione e usura, a garanzia delle vittime;
3. Estendere le agevolazioni della legge antiusura ai privati, al momento limitate alle persone giuridiche.
MEMORIA
I familiari delle vittime di mafia e i testimoni di giustizia chiedono che la memoria diventi strumento per affermare verità e giustizia, e di essere coinvolti nelle sedi decisionali affinché dalla memoria scaturiscano percorsi di impegno, consapevolezza, corresponsabilità.
Allo scopo Libera Sicilia si impegna a:
1. Istituire a livello regionale un coordinamento dei familiari e un ufficio legale che segua le problematiche giuridiche in sede sia civile sia penale;
2. Favorire l'esperienza, già consolidata in alcuni contesti, dell'incontro dei familiari con minori detenuti coinvolti in percorsi educativi. A tale fine si chiede di rafforzare l'istituto della messa alla prova;
3. Trasformare il simbolico “ricordo” in una più concreta “memoria”, favorendo e promuovendo l'uso sociale dei beni confiscati quale autentico strumento di contrasto alle criminalità organizzate e di liberazione sociale dei territori.
INFORMAZIONE
La rete di Libera Informazione in Sicilia ha assunto l'impegno di seguire con attenzione la cosiddetta “legge bavaglio” e di scegliere anche forme di disobbedienza civile laddove la legge ponga limiti al dovere/diritto di informare dei giornalisti e al diritto di sapere dei cittadini. Nel rispetto del principio costituzionale della libertà di stampa e di informazione.
Allo scopo Libera Sicilia, congiuntamente alla Fondazione Libera Informazione, chiedono e si impegnano a:
1. Produrre dossier tematici sui singoli aspetti della condizione sociale ed economica del territorio e della conseguente azione per la legalità. A tal fine, il portale di Libera Informazione aprirà finestre informative locali/tematiche che consentano la pubblicazione di materiali specifici di ciascun presidio;
2. Spingere nei confronti degli organismi sindacali di categoria affinché vengano rispettate le condizioni di accesso e permanenza all'interno degli albi professionali. Segnalare all'Ordine dei giornalisti e all'Assostampa eventuali anomalie che mettono a rischio la posizione di colleghi impegnati in inchieste delicate. Denunciare le distorsioni e le omissioni nell’informare e tutte le forme di giornalismo che vengono meno ai principi di indipendenza e di obbiettività;
3. Costruire momenti di formazione utilizzando soprattutto i circuiti scolastici di Libera, ma anche creando stage, seminari per i volontari dell'informazione, anche all'interno dei coordinamenti che operano nei territori, con siti, blog, carta stampata, emittenti locali, indipendentemente dalla loro appartenenza formale all'ordine dei giornalisti;
4. Rafforzare e responsabilizzare i coordinamenti di Libera in Sicilia sul contributo che possono e devono fornire a vantaggio di una libera informazione. Questo potrà avvenire attraverso una riorganizzazione delle attività sul territorio e della collaborazione con l'osservatorio Libera informazione e con le realtà che lo compongono;
5. Mappare e monitorare tutte le realtà informative che operano nei territori attraverso lo scambio di materiali prodotti via web e su carta stampata, anche attraverso il collegamento fra i coordinatori dell'attività informativa che verranno indicati da ciascun presidio di Libera;
FORMAZIONE ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITA'
L'educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva costituiscono gli strumenti cardine dell'azione di Libera a contrasto della mentalità mafiosa e dell’illegalità diffusa nel nostro paese. Solo con una formazione che “in-formi”, che educhi e che sia in grado di dare i necessari strumenti di analisi e di critica, è possibile risvegliare le coscienze e stimolare nelle persone il desiderio e l’impegno per il cambiamento.

Allo scopo Libera Sicilia chiede di:
1. Ridefinire a livello generale il concetto di Educazione alla legalità. La legalità è mezzo, non fine. E’ strumento che salda la responsabilità individuale con la giustizia sociale: non può essere solo meccanica obbedienza alle regole;
2. Cooperare con le istituzioni scolastiche affinché le materie d’insegnamento abbiano un solido aggancio con la realtà, i bisogni e i desideri delle persone, e sappiano stimolare l’impegno sociale. Il sapere deve scaturire dalla vita per arricchire la vita;
3. Analizzare i bisogni dei contesti locali per costruire progetti in grado di rispondere adeguatamente alle loro esigenze. Così facendo è possibile convogliare le risorse economiche, umane e intellettuali verso azioni più efficaci, al fine di creare conoscenza e coscienza della realtà e delle alternative possibili, nonché consapevolezza delle responsabilità di ciascuno;
4. Stimolare la formazione continua sui temi, metodologie e strumenti per la diffusione efficace dell'“antimafia sociale”. Oltre che ai componenti del gruppo costituito, la formazione deve estendersi agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che, se maggiormente coinvolti e informati, potranno rendersi parte attiva nei progetti e diventare valido aiuto per la loro realizzazione;
5. Stimolare l'attivismo dei ragazzi e degli adulti attraverso la “peer education” (educazione fra pari) e la maieutica, il dialogo, la riflessione.
ACQUA BENE COMUNE
L'acqua è un bene comune, universale ed inalienabile. Non può in alcun caso essere asservito alle logiche di mercato e utilizzato a fini privatistici.

Allo scopo Libera Sicilia si impegna nel:
1. Contrasto alla privatizzazione dell’acqua in tutte le sue svariate forme;
2. Contrasto e denuncia di tutte le forme di illegalità e mafia (sia all'interno degli stessi appalti sia all'esterno).
3. Contrasto e denuncia di tutte le forme di speculazioni e di lucro relativamente al “bene acqua” diritto primario per la vita;
4. Sensibilizzare le nuove generazioni presso scuole e istituti superiori verso una nuova cultura dell’acqua;
6. Attivare un circuito a livello regionale di maestri, docenti e formatori che diventino base di progettualità a forte contaminazione territoriale;
7. Educazione al consumo critico, diffusione del sapere sul business e l’utilizzo delle acque minerali;
8. Attivazione a livello regionale della campagna “Imbrocchiamola”;
9. Lancio in tutte le sedi regionali di Libera della campagna “qui si beve e si offre solo acqua pubblica” ;
10. Attivazione di un gruppo regionale, in sinergia con gli attivisti a livello nazionale, di contrasto alle concessioni di estrazione di acqua nella nostra regione;
11. Incentivare le istituzioni locali alla realizzazione delle “Case dell’acqua”;
12. Costruire uno staff di giuristi in grado di verificare le possibilità di rescissione dei contratti;
13. Utilizzo del sito di “Libera Informazione” per veicolare le informazioni a livello ragionale e nazionale;
14. Creazione di una pagina web che veicoli le informazioni reali e sottragga il tema dell’acqua alla strumentalizzazione politica e partitica;
15. Rendere visibile la differenza tra associazionismo e soggetti istituzionali nell’ottica di restituire, al fine di una più efficace collaborazione, differenti competenze, ruoli, responsabilità.

PONTE SULLO STRETTO
Il Ponte sullo stretto di Messina costituisce un autentico spreco di risorse pubbliche al fine di realizzare un'opera di dubbia utilità civile e commerciale. L’opera rappresenta, tra l'altro, un reale rischio ecologico ed ambientale per l'intera area interessata ai lavori ed una possibilità concreta d'infiltrazione mafiosa negli appalti per la sua realizzazione e manutenzione.

Ribadendo la pericolosità e l'inutilità della realizzazione PONTE DI MESSINA, allo scopo Libera Sicilia chiede di:
1. Attivare la rete associazionistica locale per sensibilizzare la cittadinanza sul tema;
2. Organizzare un sistema di informazioni, data non solo la carenza, ma anche le ambiguità e le falsità troppo spesso fatte veicolare da alcuni media;
3. Partecipare alle diverse giornate di mobilitazione a difesa dello Stretto e contro la realizzazione del Ponte.
MIGRANTI
I migranti e le comunità straniere rappresentano una risorsa umana, culturale, sociale, economica. Il rapporto con le diversità è sempre un arricchimento. Per questo è necessario favorire i percorsi d’integrazione e impegnarsi per un diverso approccio sul tema immigrazione. E’ necessario arrivare a un quadro normativo che sappia armonizzare il diritto e l’accoglienza, le regole condivise e l’attenzione a chi chiede aiuto.

Allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza al tema Libera Sicilia s'impegna a:
1. Integrarsi con tutte le reti a livello regionale che si occupano a vario titolo della tematica;
2. Accompagnare la formazione di un corpo docente che, fin dalle scuole inferiori, sappia trasmettere una cultura di accoglienza e inclusione dei nostri “fratelli migranti”;
3. Creare uno strumento divulgativo e di conoscenza delle diverse culture;
4. Organizzare giornate dedicate alla multiculturalità.

Piazza Armerina (EN) 13 Giugno 2010

“Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”
Coordinamento siciliano

IL CUI SOSTIENE "IL COMITATO A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA" iniziative 2-3 settembre

Oggetto: Comunicato stampa - nuove iniziative. Settembre di fuoco

Il Comitato a difesa della scuola pubblica Ragusa Si fa promotore di un settembre di fuoco nella lotta per il mondo della scuola. Dopo il successo della raccolta firme in occasione della festa del Santo Patrono,San Giovanni,con cui sostenere le proposte del Comitato, ecco la serie di iniziative promosse per il mese di settembre in relazione alle proteste dei comitati in ambito regionale:


-02-09-2010 inizio di un presidio del Comitato presso la sede dell'USP di Ragusa,via G.Bruno dalle 9 alle 19 per almeno 10 giorni, per attività di sensibilizzazione sulle problematiche locali e nazionali della scuola pubblica;

-03-09-2010 Il Comitato sarà premiato durante la rassegna Ragusani nel fondo alle 20.30 presso la rotonda di Via Roma. Continuerà in questa occasione la raccolta firme.

Lottiamo per una scuola di tutti e per tutti: i tagli alle risorse economiche e al personale danneggiano il futuro dei ragazzi di questo paese che se vuole restare civile e democratico non deve permettere questo scempio.

CDS Ragusa


INIZIATIVE:

Dal 2 SETTEMBRE ore 9,00
PRESIDIO C/O CSA*
(previa autorizzazione)

3 SETTEMBRE ore 20,30
PREMIO “RAGUSANI NEL FONDO”
Rotonda di via Roma- Ragusa

MAFIE E GIORNALISMO D'INCHIESTA domenica 8 agosto ore 19 marina di ragusa

Anche in pieno agosto l'associazione CUI non si ferma e, di concerto con le altre associazioni che compongono Libera Coord Prov Ragusa, ha contribuito ad organizzare una giornata seminariale e di testimonianza dal titolo "Mafie e Giornalismo d'Inchiesta"
Domenica Otto Agosto a Marina di Ragusa in Piazza Duca degli Abruzzi, ore 19,00.


Mario D'Asta
Presidente CUI



"MAFIE E GIORNALISMO D'INCHIESTA"


Domenica 8 Agosto ore 19,00 P.zza Duca degli Abruzzi, Marina di Ragusa .



Interverranno:



Pino Maniaci - fondatore di "Tele Jato" , tv di denuncia civile contro le mafie.

Graziella Proto - direttrice di "Casablanca " e redattrice de "I Siciliani" di Giuseppe Fava, giornalista ucciso da Cosa Nostra il 5 Gennaio 1984 a Catania.

Carlo Ruta - storico e giornalista d'inchiesta, responsabile Informazione per Libera coordinamento di Ragusa.

Pif - Pierfrancesco Diliberto, autore televisivo, conduttore de "Il Testimone" su MTV

Università: riforma finta, tagli veri e ripercussioni sul nostro territorio

Il DDL Gelmini sulla riforma dell’Università continua a rimanere una controriforma a base di 1,3 miliardi di tagli: nel 2011 molti atenei che già sono in difficoltà non potranno pagare gli stipendi ai dipendenti e saranno costretti a chiudere. La riforma è finta, mentre i tagli sono veri e drammatici! Se non si ripristinano le risorse, gli atenei non potranno nemmeno pagare gli stipendi.
Ed è anche vero che se nn si riparte dalla difesa del sapere,dell'università e sulla ricerca,dall’innovazione, il nostro Paese è spacciato.
Siamo estremamente convinti che sia necessario riformare l'Università per accrescerne autonomia e responsabilità,ma non in questo modo: il DDL Gelmini fa esattamente il contrario.
In questi tre anni abbiamo assistito a tre volte ai tagli a causa dei dictat di Tremonti, a causa delle scelte scellerate di politica economica che prevedono il taglio del mondo del sapere: prima con le due finanziarie del 2008 e del 2009, poi con la riduzione delle risorse del Fondo per il funzionamento ordinario dell'università.
Sono stati e verranno tagliati in prospettiva: 63,5 milioni di euro per il 2009,190 mln di euro per il 2010,316 mln per il 2011,417mln per il 2012,455 mln per il 2013.
La Gelmini giustifica i tagli di risorse all'Università con i gravi problemi causati dalla crisi economica e da una dissennata gestione egli Atenei, ma non dà nessuna risposta ai due quesiti sul taglio di 1 miliardo e 300milioni al bilancio 2011 e sul futuro dei 25.000 ricercatori che già insegnano e che chiedono risposte concrete.
Ovviamente le conseguenze del taglio dei fondi all’università sono tutte a spese degli studenti universitari, ai quali hanno già innalzato le tasse e lo abbiamo osservato tra i nostri universitari che studiano presso l’università etnea con un danno evidente per la famiglie iblee e non solo.
Serve un altro modello di Università:
bisogna costruire un'università efficiente e capace di dare reali opportunità agli studenti promuovendo il merito e il diritto allo studio, ai giovani che vogliono entrare nell’università come ricercatori e docenti, perché all’università italiana serve un forte shock generazionale; servono, pertanto, risorse per l’ingresso nei ruoli di docenza per i ricercatori, strutturati e precari, contratto unico di ricerca per superare il precariato, percorsi di carriera chiari e rapidi, pensione a 65 anni per i docenti universitari;si devono, altresì, abbassare abbassare di 10 anni in 10 anni l'età media del corpo docente. E per tutto questo ci vuole un investimento sul sapere piuttosto che dei tagli.
E’ chiaro, quindi, che il DDL Gelmini invece non affronta i nodi del sistema. La Gelmini straparla di merito, qualità, lotta ai baroni, ma la realtà è che con questa impostazione si sta affossando l’università. E, se i baroni ci sono, sono i meno danneggiati da una riforma che non riforma nulla”.
Continueremo a pensare a difendere con la determinazione di sempre il mondo della cultura e del sapere dall' irresponsabile saccheggio di risorse messo in atto dal governo e dalla sua maggioranza.
Come è possibile pensare di dare speranze ai giovani ricercatori e nel contempo tagliare un miliardo e trecento milioni di risorse?
Mentre nel resto d’Europa si affronta la crisi investendo nell'innovazione, nel sapere, nell'università, in Italia il governo taglia il traguardo dei primi due anni di vita, con un taglio al nostro futuro.
In altri paesi l’università è considerata un assetto strategico per uscire dalla crisi ma da noi per una precisa scelta politica non è così; il sapere è diventato luogo di saccheggio, prima con la scuola, poi con gli enti lirici, ora con l’università.
E’ per questo motivo che il Circolo Universitario Ibleo fa rete con tutte quelle associazioni, movimenti e comitati spontanei che fanno rete per difendere il diritto all’istruzione, al sapere, alla ricerca, all’innovazione ma anche il diritto del lavoro che viene saccheggiato in nome e per conto di scelte che nulla a che fare hanno con il bene comune; sosteniamo fortemente comitato locale ibleo, "Comitato a difesa della Scuola Pubblica" in tutte le sue iniziative per fare fronte comune.

SE LA MAFIA NON ESISTE A RAGUSA

Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Coordinamento Provinciale Ragusa




Non possono lasciare indifferenti le parole dell’on. Lillo Speziale, Presidente Commissione Antimafia dell’Ars, in merito al livello di illegalità presente in provincia di Ragusa. Come è stato ribadito da analisi più approfondite, negli anni nei territori iblei non si è radicata la mafia che spara. A dispetto di tale particolarità storica, la provincia ha espresso tuttavia livelli di illegalità e incrostazioni mafiose non indifferenti.
E’ vero che la mafia tradizionale non ha “attecchito” in tale area così come altrove, ma essa è ben presente sotto forme mimetiche: riciclaggio, usura, ma anche racket, come recentemente si è ricordato in un convegno in memoria di Giovanni Spampinato, “giornalista ucciso a Ragusa perché scriveva troppo” su fatti illeciti frutto di intrecci fra trame nere e crimine organizzato.
Come “Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie”, coordinamento di Ragusa, siamo vicini alle persone che, pure alle nostre latitudini, vengono quotidianamente vessate nella loro attività di impresa dall’economia criminale.
Un esempio per tutti: il “pomodorino mafioso”, che dal mercato di Vittoria parte per quello di Fondi, terra di clan camorristi e di cosche della ‘ndrangheta, per poi tornare nel sud-est ibleo, come documentato dalle inchieste di Repubblica, l’Espresso, il Sole 24Ore, e come riscontrato dai recenti arresti a Vittoria della DIA di Napoli nello scorso giugno.
La tracciabilità del fenomeno mafioso si rileva dall’ufficialità delle relazioni della DNA e DDA 2008, dal rapporto di Sos Impresa e dal rapporto Ecomafie di Legambiente 2009/2010, nonché dalla Commissione Nazionale Antimafia nelle relazioni di minoranza 2006 a pag. 271, e nell’ultima relazione finale della Commissione Antimafia 2008 a pag. 50.

“Nella provincia di Ragusa la criminalità organizzata che si è andata ricostruendo ruota intorno
al mercato ortofrutticolo di Vittoria e si concentra in particolare tra i comuni di Comiso,
Vittoria e Ragusa. Nel 2008 è stata portata a termine un’operazione significativa denominata
Flash back” (rapporto Sos Impresa 2008 pag. 15)

Tutto questo a danno delle forze produttive sane, dei lavoratori che vengono taglieggiati sulle buste paga, o assoldati in nero dai caporali come nel caso dei lavoratori immigrati. In un clima generale di “emergenza democratica”, come afferma il nostro presidente don Luigi Ciotti, in cui “i complici” delle mafie, come dell’Utri, sono definiti “perseguitati” dalla magistratura, che invece fa solo il proprio dovere di ricerca della verità.
In un contesto generale in cui i mafiosi alla Mangano sono santificati come “eroi”, qualsiasi occasione per generare confusione è un punto di vantaggio concesso alle mafie, che di questo silenzio e di questa invisibilità hanno fatto una vera e propria strategia operativa.
“Se esiste meno mafia militare, oggi è aumentata la mentalità mafiosa nella società”, affermava poco tempo fa un alto magistrato della DDA di Palermo, allievo di Paolo Borsellino, dal quale abbiamo appreso che l’indifferenza genera la contiguità e quindi la complicità.
Ci auguriamo che le forze migliori delle istituzioni siano sempre attente a riconoscere e a fronteggiare le varie forme di illegalità, e delle mafie anzitutto, spesso annidate nei comitati di affari della politica, in sinergia con le cosiddette “mafie dei colletti bianchi”, le quali sicuramente non sparano, ma il cui contrasto dovrebbe essere la priorità vera dell’agenda della classe dirigente nazionale e locale di questo paese.

Crui: 'Senza soldi e riforme tempi bui per le università' Nota e mozione della Conferenza dei Rettori

08 luglio 2010

(ANSA) - ROMA, 8 LUG - Niente soldi e niente riforme? Si aprirebbero tempi bui per l'Università. La Conferenza dei rettori ancora una volta esprime preoccupazione per le condizioni e le prospettive del sistema universitario, "ancora privo di indicazioni circa l'indispensabile recupero dei tagli finanziari previsti per il 2011"; "pesantemente penalizzato" per i sacrifici richiesti dalla manovra finanziaria al personale docente e tecnico amministrativo e ancora in attesa che il ddl di riforma dell'Università venga messo in calendario in aula al Senato, nonostante la VII Commissione abbia concluso i suoi lavori ormai da due mesi.

"Sussiste il rischio concreto, in una fase sempre più critica della politica italiana - osservano i rettori in una nota - che il provvedimento di riforma, nella versione già migliorata e ancora migliorabile dal Parlamento, non venga approvato neppure in prima lettura entro la pausa estiva, vanificando in maniera probabilmente definitiva prospettive irripetibili di miglioramento e di sviluppo del sistema".

La Crui ribadisce quindi il proprio impegno "per la salvaguardia e il rilancio del sistema universitario" e fa appello a tutte le forze responsabili affinché l'iter legislativo venga "tempestivamente riattivato, recependo le richieste già più volte avanzate di ulteriore modifica del provvedimento rispetto al testo predisposto in Commissione".

Le richieste dei rettori riguardano in particolare:

- la possibilità di forme organizzative più flessibili per gli atenei che rispettino i requisiti di valutazione e di equilibrio dei bilanci; la composizione dei senati accademici, consentendo che possano farne parte i presidenti delle strutture intermedie;
- l'ampliamento, almeno nei primi sei anni di applicazione delle nuove norme sull' abilitazione scientifica nazionale e sul reclutamento, delle quote destinabili alle promozioni interne e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare a esterni;
- il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai ricercatori nella vita universitaria, da concretizzare in un piano straordinario, debitamente finanziato, che consenta la chiamata ogni anno di almeno 2000 ricercatori a tempo indeterminato che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica a professore associato "anche per fare fronte alla drastica riduzione in atto degli organici";
- la revisione dei vincoli in vigore sul blocco del turn over e sulla ripartizione delle relative risorse; maggiori garanzie per le posizioni a contratto con tenure track, rendendo vincolante l'avvio di procedure di chiamata nel caso di superamento dell'abilitazione scientifica nazionale a professore associato;
- l'introduzione di un ruolo a esaurimento di professore aggregato al quale possano accedere a domanda e previa valutazione di idoneità scientifica i ricercatori a tempo indeterminato che abbiano svolto o svolgano per almeno tre anni attività didattiche curricolari, fermo restando che il numero di ore da dedicare annualmente all'insegnamento frontale non debba superare il 70% di quelle stabilite per i professori ordinari e associati.
Secondo i rettori, "all'urgenza di una soluzione legislativa ampiamente maturata nelle sue linee di fondo deve fare riscontro una altrettanto indilazionabile disponibilità di risorse commisurate ai fabbisogni effettivi e non più oltre comprimibili del sistema, pena il suo inevitabile collasso.

In un tale contesto va affrontata anche - aggiungono - la situazione che si sta determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a repentaglio l'attivazione di interi corsi di studio".

La Conferenza dei rettori si riserva di ritornare sull' insieme delle situazioni e delle urgenze segnalate nella prossima Assemblea già convocata per il prossimo 29 luglio, "data di riferimento viste anche le ineludibili scadenze relative alla programmazione delle attività per il prossimo anno accademico".

Lettera di Luciano Di Natale:Non mandiamo i nostri figli nelle sedi universitarie a rischio criminalità!

Non mandiamo i nostri figli nelle sedi universitarie a rischio criminalità!

Tutti i catanesi onesti dovrebbero scendere in piazza contro la criminalità dopo la gravissima vicenda della giovane universitaria di Sortino colpita da un proiettile sparato da uno dei tanti malviventi che infestano Catania.
Ma dovrebbero scendere in piazza anche per protestare contro la mancanza di senso civico di larghe fette della popolazione catanese.
Io il 7 febbraio di quest’anno, quarto anniversario dall’evento delittuoso che ha interrotto la vita di mia figlia ( in stato vegetativo permanente) dopo avere ingerito carne adulterata acquistata presso una macelleria di una via del mercato all’aperto vicino alla via Etnea, ho denunciato l’ILLEGALITA’,il SILENZIO e l’OMERTA’ che ho riscontrato a Catania. Ho scritto nel periodo in cui mia figlia è stata in rianimazione, dal 7 febbraio al 21 aprile del 2006, che Catania è una città dove, in moltissimi ambienti, la legalità è un optional. Un degrado da terzo mondo. Un decadimento profondo , una mancanza di regole etiche ed un modo di vivere assuefatto e rassegnato, spesso contiguo al mondo dell’illegalità. Mia figlia, inconsapevole nella sua innocenza , in questo ambiente, in questo contesto sociale di degrado, a Catania, ha interrotto per sempre la sua pimpante vitalità ed è condannata ad una desolante immobilità .Il macellaio nonostante la condanna in primo grado continua la sua attività e finora l’ha fatta franca con la complicità della lentezza della giustizia siciliana. Come è possibile che le classi più autorevoli e le autorità preposte, in tutti questi anni non siano riusciti ad evitare la decadenza della qualità della vita a Catania?
E noi mandiamo ancora i nostri giovani nelle università catanesi !? .. Ma mandiamoli in città universitarie più sicure !
Commercianti, proprietari di case che lucrate con l’affitto di stanze agli studenti, cittadini onesti di Catania, insegnanti universitari avete l’idea dell’enorme danno economico che subirebbe la vostra città se tutti i giovani universitari siciliani decidessero di disertare le vostre università? Il rischio c’è perché molti potrebbero scegliere città più tranquille dove la legalità viene rispettata e fatta rispettare.
Voi avete l’obbligo morale di scendere in piazza con gli studenti che, solidali con Laura Salafia ( che rischia l’immobilità permanente come mia figlia) hanno protestato contro l’illegalità. Voi avete l’obbligo morale di unirvi a loro e di rimboccarvi le maniche per impossessarvi della vostra città isolando le pecore nere e chiedendo con forza di applicare leggi e regole che altrove sono l’essenza del vivere civile.
Un augurio di completa guarigione a Laura Salafia
Il cittadino ragusano Luciano Di Natale
P.S:Questa lettera purtroppo è rivolta anche ai cittadini delle altre grosse sedi universitarie siciliane che, in quanto a legalità, non se la passano meglio dei catanesi.

A CATANIA,UNIVERSITARIA FERITA IN AGGUATO DI MAFIA:IL CUI VI INVITA AL PRESIDIO STASERA ORE 20.30

Venuto a conoscenza del grave fatto,

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201007011415-ipp-rt10185-mafia_studentessa_ferita_per_errore_in_agguato_a_catania

il CUI aderisce,partecipa e invita tutti gli studenti, gli universitari e la collettività tutta, stasera al presidio organizzato in Piazza Dante alle ore 20.30.
Per quanto organizzato celermente, è importante lanciare un segnale di solidarietà alla ragazza e un urlo di sdegno verso ciò che ancora, in varie forme, è presente in Sicilia, la mafia, un cancro che con tante difficoltà viene affrontato e combattuto.
A rendere drammatico e tragico il coinvolgimento di una studentessa colpita in pieno centro nella nella nostra metropoli universitaria etnea.
Anche se tra poco più di un'ora, vi chiediamo di partecipare in massa, chiediamo alle vostre coscienze di esserci e di gridare tutti insieme un GROSSO NO ALLA MAFIA!
La presenza di ognuno di noi diventa fondamentale HIC ET NUNC!
Il Cui vi chiede di pubblicizzare, nonostante i tempi ristretti,in tutte le forme il presidio che si terrà tra poco più di un'ora

http://www.facebook.com/event.php?eid=134687926556509&ref=ts

Mario D'Asta Presidente Circolo Universitario Ibleo

REPUBLIC GENERATION


mercoledì 2 giugno 2010

15.30 - 21.30

PUNTA SECCA - Piazza Faro - Santa Croce Camerina (RG)


"Libertà di parola, pensiero, espressione, nel rispetto della legalità"

INTERVERRANNO:

Gioacchino Genchi,

Franco Bussetti,

Salvatore Borsellino.

LIVE MUSIC:
Still Waters Blues & Rock Band
Davide Di Rosolini
Acoustica
Charme
Musica D'Autore con Rosario Sallemi

SVEGLIA IL TUO CUORE CON UN GESTO D'AMORE

Il teatro
Donnafugata si trasforma in un vero e propro laboratorio creativo dove
artisti iblei dipingeranno in diretta le loro tele che, a seguito della
vendita di biglietti del costo di 5 euro e il cui ricavato andrà
interamente al Centro Risvegli Onlus, saranno sorteggiate tra chi, con
amore, ha fatto un gesto piccol......o ma carico di significato. Siete invitati
tutti a partecipare. L'iniziativa è fortemente sostenuta da Libera (di cui il CUI è parte fondante) Associaizone contro tutte le Mafie che ha sposato questa causa e
contribuisce nella divulgazione delle informazioni e nella
partecipazione attiva affinchè la comunità sia sensibilizzata il più
possibile.Vi aspettiamo numerosissimi!!!diffonedete la voce...Centro
Risvegli ibleo, SVEGLIA IL TUO CUORE CON UN GESTO D'AMORE!!!Ibl'arte per il "Centro risvegli Ibleo"
Domenica alle 10.00Ragusa ibla, Teatro Donnafugata

Verso il quarto polo universitario adesso servono più risorse economiche

Si stringono i tempi per la facoltà di Lingue a Ragusa

Giornale di Ragusa
di Cico

Mercoledì 28 Aprile 2010 - 23:58

altRagusa - Consorzio Universitario e Ateneo di Catania stanno lavorando ad un accordo per l’anno accademico 2010/2011, l’ultimo anno cioè prima dell’avvento del quarto polo pubblico siciliano a rete con Siracusa e Enna. Il presidente Giovanni Mauro sta stringendo i tempi per chiudere un accordo che preveda la Facoltà di Lingue a Ragusa.

Anche perchè condizione necessaria affinchè Ragusa possa essere una delle sedi del quarto polo pubblico è che ci sia almeno una Facoltà.

E se Siracusa ha Architettura, ad Enna non ne mancano, a Ragusa la più naturale è Lingue anche perchè ci sono più iscritti. La chiusura di Lingue a Catania e quindi il trasferimento della Facoltà a Ragusa porterebbe anche più ricchezza al territorio che si vedrebbe «piombare» anche gli studenti di Catania. Ma è chiaro che la Facoltà è più dispendiosa del corso di laurea. Quindi il sacrificio che dovrebbe fare il territorio ibleo è quello della non attivazione dei primi anni a Giurisprudenza e Scienze Agrarie Tropicali e Sutropicali a meno che non si trovino maggiori risorse.

È chiaro che gli anni successivi al primo andrebbero ad esaurimento. Ed il presidente Giovanni Mauro sta lavorando a questo: cioè trovare più risorse atteso che ad oggi il Consorzio Universitario può contare su circa 4 milioni e 200mila euro.

Un milione e mezzo di Comune e Provincia ed oltre un milione di euro della Regione. Giovanni Mauro sta cercando con l’Ateneo di Catania di stipulare una transazione per gli ultimi due anni, cioè pagare i sei milioni di euro in quattro anni. Ma intanto sul quarto polo c’è stata una riunone a Siracusa. Erano presenti, oltre a Giuseppe Monaco, Presidente del Comitato Quarto Polo (nonché presidente della Provincia di Enna), erano presenti anche Nicola Bono presidente della Provincia di Siracusa, Franco Antoci, presidente della Provincia di Siracusa, Nello DiPasquale e Roberto Visentin, sindaci di Ragusa e Siracusa, ed il presidente del Consorzio Universitario, Giovanni Mauro.

Il comitato ha avviato i suoi primi lavori per poter individuare, con maggior precisione e nel più breve tempo possibile, quali sono le risorse pubbliche a disposizione del progetto e i corsi di laurea che potranno essere attivati.

Nasce il Circolo Universitario Ibleo (Servizio in tv su Video Mediterraneo)

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