Università: riforma finta, tagli veri e ripercussioni sul nostro territorio

Il DDL Gelmini sulla riforma dell’Università continua a rimanere una controriforma a base di 1,3 miliardi di tagli: nel 2011 molti atenei che già sono in difficoltà non potranno pagare gli stipendi ai dipendenti e saranno costretti a chiudere. La riforma è finta, mentre i tagli sono veri e drammatici! Se non si ripristinano le risorse, gli atenei non potranno nemmeno pagare gli stipendi.
Ed è anche vero che se nn si riparte dalla difesa del sapere,dell'università e sulla ricerca,dall’innovazione, il nostro Paese è spacciato.
Siamo estremamente convinti che sia necessario riformare l'Università per accrescerne autonomia e responsabilità,ma non in questo modo: il DDL Gelmini fa esattamente il contrario.
In questi tre anni abbiamo assistito a tre volte ai tagli a causa dei dictat di Tremonti, a causa delle scelte scellerate di politica economica che prevedono il taglio del mondo del sapere: prima con le due finanziarie del 2008 e del 2009, poi con la riduzione delle risorse del Fondo per il funzionamento ordinario dell'università.
Sono stati e verranno tagliati in prospettiva: 63,5 milioni di euro per il 2009,190 mln di euro per il 2010,316 mln per il 2011,417mln per il 2012,455 mln per il 2013.
La Gelmini giustifica i tagli di risorse all'Università con i gravi problemi causati dalla crisi economica e da una dissennata gestione egli Atenei, ma non dà nessuna risposta ai due quesiti sul taglio di 1 miliardo e 300milioni al bilancio 2011 e sul futuro dei 25.000 ricercatori che già insegnano e che chiedono risposte concrete.
Ovviamente le conseguenze del taglio dei fondi all’università sono tutte a spese degli studenti universitari, ai quali hanno già innalzato le tasse e lo abbiamo osservato tra i nostri universitari che studiano presso l’università etnea con un danno evidente per la famiglie iblee e non solo.
Serve un altro modello di Università:
bisogna costruire un'università efficiente e capace di dare reali opportunità agli studenti promuovendo il merito e il diritto allo studio, ai giovani che vogliono entrare nell’università come ricercatori e docenti, perché all’università italiana serve un forte shock generazionale; servono, pertanto, risorse per l’ingresso nei ruoli di docenza per i ricercatori, strutturati e precari, contratto unico di ricerca per superare il precariato, percorsi di carriera chiari e rapidi, pensione a 65 anni per i docenti universitari;si devono, altresì, abbassare abbassare di 10 anni in 10 anni l'età media del corpo docente. E per tutto questo ci vuole un investimento sul sapere piuttosto che dei tagli.
E’ chiaro, quindi, che il DDL Gelmini invece non affronta i nodi del sistema. La Gelmini straparla di merito, qualità, lotta ai baroni, ma la realtà è che con questa impostazione si sta affossando l’università. E, se i baroni ci sono, sono i meno danneggiati da una riforma che non riforma nulla”.
Continueremo a pensare a difendere con la determinazione di sempre il mondo della cultura e del sapere dall' irresponsabile saccheggio di risorse messo in atto dal governo e dalla sua maggioranza.
Come è possibile pensare di dare speranze ai giovani ricercatori e nel contempo tagliare un miliardo e trecento milioni di risorse?
Mentre nel resto d’Europa si affronta la crisi investendo nell'innovazione, nel sapere, nell'università, in Italia il governo taglia il traguardo dei primi due anni di vita, con un taglio al nostro futuro.
In altri paesi l’università è considerata un assetto strategico per uscire dalla crisi ma da noi per una precisa scelta politica non è così; il sapere è diventato luogo di saccheggio, prima con la scuola, poi con gli enti lirici, ora con l’università.
E’ per questo motivo che il Circolo Universitario Ibleo fa rete con tutte quelle associazioni, movimenti e comitati spontanei che fanno rete per difendere il diritto all’istruzione, al sapere, alla ricerca, all’innovazione ma anche il diritto del lavoro che viene saccheggiato in nome e per conto di scelte che nulla a che fare hanno con il bene comune; sosteniamo fortemente comitato locale ibleo, "Comitato a difesa della Scuola Pubblica" in tutte le sue iniziative per fare fronte comune.

SE LA MAFIA NON ESISTE A RAGUSA

Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Coordinamento Provinciale Ragusa




Non possono lasciare indifferenti le parole dell’on. Lillo Speziale, Presidente Commissione Antimafia dell’Ars, in merito al livello di illegalità presente in provincia di Ragusa. Come è stato ribadito da analisi più approfondite, negli anni nei territori iblei non si è radicata la mafia che spara. A dispetto di tale particolarità storica, la provincia ha espresso tuttavia livelli di illegalità e incrostazioni mafiose non indifferenti.
E’ vero che la mafia tradizionale non ha “attecchito” in tale area così come altrove, ma essa è ben presente sotto forme mimetiche: riciclaggio, usura, ma anche racket, come recentemente si è ricordato in un convegno in memoria di Giovanni Spampinato, “giornalista ucciso a Ragusa perché scriveva troppo” su fatti illeciti frutto di intrecci fra trame nere e crimine organizzato.
Come “Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie”, coordinamento di Ragusa, siamo vicini alle persone che, pure alle nostre latitudini, vengono quotidianamente vessate nella loro attività di impresa dall’economia criminale.
Un esempio per tutti: il “pomodorino mafioso”, che dal mercato di Vittoria parte per quello di Fondi, terra di clan camorristi e di cosche della ‘ndrangheta, per poi tornare nel sud-est ibleo, come documentato dalle inchieste di Repubblica, l’Espresso, il Sole 24Ore, e come riscontrato dai recenti arresti a Vittoria della DIA di Napoli nello scorso giugno.
La tracciabilità del fenomeno mafioso si rileva dall’ufficialità delle relazioni della DNA e DDA 2008, dal rapporto di Sos Impresa e dal rapporto Ecomafie di Legambiente 2009/2010, nonché dalla Commissione Nazionale Antimafia nelle relazioni di minoranza 2006 a pag. 271, e nell’ultima relazione finale della Commissione Antimafia 2008 a pag. 50.

“Nella provincia di Ragusa la criminalità organizzata che si è andata ricostruendo ruota intorno
al mercato ortofrutticolo di Vittoria e si concentra in particolare tra i comuni di Comiso,
Vittoria e Ragusa. Nel 2008 è stata portata a termine un’operazione significativa denominata
Flash back” (rapporto Sos Impresa 2008 pag. 15)

Tutto questo a danno delle forze produttive sane, dei lavoratori che vengono taglieggiati sulle buste paga, o assoldati in nero dai caporali come nel caso dei lavoratori immigrati. In un clima generale di “emergenza democratica”, come afferma il nostro presidente don Luigi Ciotti, in cui “i complici” delle mafie, come dell’Utri, sono definiti “perseguitati” dalla magistratura, che invece fa solo il proprio dovere di ricerca della verità.
In un contesto generale in cui i mafiosi alla Mangano sono santificati come “eroi”, qualsiasi occasione per generare confusione è un punto di vantaggio concesso alle mafie, che di questo silenzio e di questa invisibilità hanno fatto una vera e propria strategia operativa.
“Se esiste meno mafia militare, oggi è aumentata la mentalità mafiosa nella società”, affermava poco tempo fa un alto magistrato della DDA di Palermo, allievo di Paolo Borsellino, dal quale abbiamo appreso che l’indifferenza genera la contiguità e quindi la complicità.
Ci auguriamo che le forze migliori delle istituzioni siano sempre attente a riconoscere e a fronteggiare le varie forme di illegalità, e delle mafie anzitutto, spesso annidate nei comitati di affari della politica, in sinergia con le cosiddette “mafie dei colletti bianchi”, le quali sicuramente non sparano, ma il cui contrasto dovrebbe essere la priorità vera dell’agenda della classe dirigente nazionale e locale di questo paese.

Crui: 'Senza soldi e riforme tempi bui per le università' Nota e mozione della Conferenza dei Rettori

08 luglio 2010

(ANSA) - ROMA, 8 LUG - Niente soldi e niente riforme? Si aprirebbero tempi bui per l'Università. La Conferenza dei rettori ancora una volta esprime preoccupazione per le condizioni e le prospettive del sistema universitario, "ancora privo di indicazioni circa l'indispensabile recupero dei tagli finanziari previsti per il 2011"; "pesantemente penalizzato" per i sacrifici richiesti dalla manovra finanziaria al personale docente e tecnico amministrativo e ancora in attesa che il ddl di riforma dell'Università venga messo in calendario in aula al Senato, nonostante la VII Commissione abbia concluso i suoi lavori ormai da due mesi.

"Sussiste il rischio concreto, in una fase sempre più critica della politica italiana - osservano i rettori in una nota - che il provvedimento di riforma, nella versione già migliorata e ancora migliorabile dal Parlamento, non venga approvato neppure in prima lettura entro la pausa estiva, vanificando in maniera probabilmente definitiva prospettive irripetibili di miglioramento e di sviluppo del sistema".

La Crui ribadisce quindi il proprio impegno "per la salvaguardia e il rilancio del sistema universitario" e fa appello a tutte le forze responsabili affinché l'iter legislativo venga "tempestivamente riattivato, recependo le richieste già più volte avanzate di ulteriore modifica del provvedimento rispetto al testo predisposto in Commissione".

Le richieste dei rettori riguardano in particolare:

- la possibilità di forme organizzative più flessibili per gli atenei che rispettino i requisiti di valutazione e di equilibrio dei bilanci; la composizione dei senati accademici, consentendo che possano farne parte i presidenti delle strutture intermedie;
- l'ampliamento, almeno nei primi sei anni di applicazione delle nuove norme sull' abilitazione scientifica nazionale e sul reclutamento, delle quote destinabili alle promozioni interne e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare a esterni;
- il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai ricercatori nella vita universitaria, da concretizzare in un piano straordinario, debitamente finanziato, che consenta la chiamata ogni anno di almeno 2000 ricercatori a tempo indeterminato che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica a professore associato "anche per fare fronte alla drastica riduzione in atto degli organici";
- la revisione dei vincoli in vigore sul blocco del turn over e sulla ripartizione delle relative risorse; maggiori garanzie per le posizioni a contratto con tenure track, rendendo vincolante l'avvio di procedure di chiamata nel caso di superamento dell'abilitazione scientifica nazionale a professore associato;
- l'introduzione di un ruolo a esaurimento di professore aggregato al quale possano accedere a domanda e previa valutazione di idoneità scientifica i ricercatori a tempo indeterminato che abbiano svolto o svolgano per almeno tre anni attività didattiche curricolari, fermo restando che il numero di ore da dedicare annualmente all'insegnamento frontale non debba superare il 70% di quelle stabilite per i professori ordinari e associati.
Secondo i rettori, "all'urgenza di una soluzione legislativa ampiamente maturata nelle sue linee di fondo deve fare riscontro una altrettanto indilazionabile disponibilità di risorse commisurate ai fabbisogni effettivi e non più oltre comprimibili del sistema, pena il suo inevitabile collasso.

In un tale contesto va affrontata anche - aggiungono - la situazione che si sta determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a repentaglio l'attivazione di interi corsi di studio".

La Conferenza dei rettori si riserva di ritornare sull' insieme delle situazioni e delle urgenze segnalate nella prossima Assemblea già convocata per il prossimo 29 luglio, "data di riferimento viste anche le ineludibili scadenze relative alla programmazione delle attività per il prossimo anno accademico".

Lettera di Luciano Di Natale:Non mandiamo i nostri figli nelle sedi universitarie a rischio criminalità!

Non mandiamo i nostri figli nelle sedi universitarie a rischio criminalità!

Tutti i catanesi onesti dovrebbero scendere in piazza contro la criminalità dopo la gravissima vicenda della giovane universitaria di Sortino colpita da un proiettile sparato da uno dei tanti malviventi che infestano Catania.
Ma dovrebbero scendere in piazza anche per protestare contro la mancanza di senso civico di larghe fette della popolazione catanese.
Io il 7 febbraio di quest’anno, quarto anniversario dall’evento delittuoso che ha interrotto la vita di mia figlia ( in stato vegetativo permanente) dopo avere ingerito carne adulterata acquistata presso una macelleria di una via del mercato all’aperto vicino alla via Etnea, ho denunciato l’ILLEGALITA’,il SILENZIO e l’OMERTA’ che ho riscontrato a Catania. Ho scritto nel periodo in cui mia figlia è stata in rianimazione, dal 7 febbraio al 21 aprile del 2006, che Catania è una città dove, in moltissimi ambienti, la legalità è un optional. Un degrado da terzo mondo. Un decadimento profondo , una mancanza di regole etiche ed un modo di vivere assuefatto e rassegnato, spesso contiguo al mondo dell’illegalità. Mia figlia, inconsapevole nella sua innocenza , in questo ambiente, in questo contesto sociale di degrado, a Catania, ha interrotto per sempre la sua pimpante vitalità ed è condannata ad una desolante immobilità .Il macellaio nonostante la condanna in primo grado continua la sua attività e finora l’ha fatta franca con la complicità della lentezza della giustizia siciliana. Come è possibile che le classi più autorevoli e le autorità preposte, in tutti questi anni non siano riusciti ad evitare la decadenza della qualità della vita a Catania?
E noi mandiamo ancora i nostri giovani nelle università catanesi !? .. Ma mandiamoli in città universitarie più sicure !
Commercianti, proprietari di case che lucrate con l’affitto di stanze agli studenti, cittadini onesti di Catania, insegnanti universitari avete l’idea dell’enorme danno economico che subirebbe la vostra città se tutti i giovani universitari siciliani decidessero di disertare le vostre università? Il rischio c’è perché molti potrebbero scegliere città più tranquille dove la legalità viene rispettata e fatta rispettare.
Voi avete l’obbligo morale di scendere in piazza con gli studenti che, solidali con Laura Salafia ( che rischia l’immobilità permanente come mia figlia) hanno protestato contro l’illegalità. Voi avete l’obbligo morale di unirvi a loro e di rimboccarvi le maniche per impossessarvi della vostra città isolando le pecore nere e chiedendo con forza di applicare leggi e regole che altrove sono l’essenza del vivere civile.
Un augurio di completa guarigione a Laura Salafia
Il cittadino ragusano Luciano Di Natale
P.S:Questa lettera purtroppo è rivolta anche ai cittadini delle altre grosse sedi universitarie siciliane che, in quanto a legalità, non se la passano meglio dei catanesi.

A CATANIA,UNIVERSITARIA FERITA IN AGGUATO DI MAFIA:IL CUI VI INVITA AL PRESIDIO STASERA ORE 20.30

Venuto a conoscenza del grave fatto,

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201007011415-ipp-rt10185-mafia_studentessa_ferita_per_errore_in_agguato_a_catania

il CUI aderisce,partecipa e invita tutti gli studenti, gli universitari e la collettività tutta, stasera al presidio organizzato in Piazza Dante alle ore 20.30.
Per quanto organizzato celermente, è importante lanciare un segnale di solidarietà alla ragazza e un urlo di sdegno verso ciò che ancora, in varie forme, è presente in Sicilia, la mafia, un cancro che con tante difficoltà viene affrontato e combattuto.
A rendere drammatico e tragico il coinvolgimento di una studentessa colpita in pieno centro nella nella nostra metropoli universitaria etnea.
Anche se tra poco più di un'ora, vi chiediamo di partecipare in massa, chiediamo alle vostre coscienze di esserci e di gridare tutti insieme un GROSSO NO ALLA MAFIA!
La presenza di ognuno di noi diventa fondamentale HIC ET NUNC!
Il Cui vi chiede di pubblicizzare, nonostante i tempi ristretti,in tutte le forme il presidio che si terrà tra poco più di un'ora

http://www.facebook.com/event.php?eid=134687926556509&ref=ts

Mario D'Asta Presidente Circolo Universitario Ibleo

Nasce il Circolo Universitario Ibleo (Servizio in tv su Video Mediterraneo)

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