I vescovi chiedono federalismo solidale
e dicono basta alle «discordie personali»
Caso Fini: per Bagnasco le liti mettono in secondo piano gli «affanni» del Paese
Martedì 28 Settembre 2010
Il Fatto,
pagina 6
il cardinale angelo bagnasco, presidente della cei
ANDREA GAGLIARDUCCI
Roma. I sacerdoti sono "angustiati" per l'Italia, dove hanno vissuto "momenti di grande sconcerto" per "discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili", quasi "non ci fossero altri affanni". Così Angelo Bagnasco, presidente della Cei, comincia a tratteggiare la situazione italiana nella prolusione al Consiglio permanente dei vescovi, apertosi ieri. Una lunga riflessione su quanto sta accadendo in Italia. Non fa nomi, ma sembra chiaro il riferimento al dibattito sull'inchiesta sulla casa di Montecarlo in cui vive Giancarlo Tulliani, sui contrasti tra Fini e Berlusconi, sul dibattito politico in generale. Detta i temi in agenda: il federalismo, al quale i vescovi da tempo si sono detti favorevoli, a patto che ci si ricordi che "con il federalismo cresce lo spessore delle responsabilità da esercitare localmente"; la richiesta di una riforma fiscale costruita su "criteri di maggiore equità" e soprattutto "a vantaggio del soggetto che per tutti è decisivo, e cioè la famiglia"; la scuola, dove non mancano "novità importanti che meriterà sperimentare, cogliendone tutte le possibili virtualità".
Molto spazio è dedicato al federalismo: i vescovi hanno già aperto alla riforma, e Bagnasco ricorda che questo porterà maggiore impegno a livello locale. "Riuscire a rispettare i vincoli di bilancio diventerà un'attitudine inderogabile", afferma. E non basta solo un'abilità tecnica-gestionale, perché "diversamente prevarranno le spinte a un contrattualismo esasperato e ad una demagogia variamente declinata". Perché la riforma funzioni è necessario un forte spirito nazionale, e una concomitante "riforma fiscale". "La Chiesa - sottolinea Bagnasco - intende fare per intero la propria parte, come in altri momenti cruciali, perché si realizzi un federalismo solidale". E, infine, la richiesta di maggiore attenzione fiscale per le famiglie. Ricorda che "le coppie desiderano in media 2,2 figli, mentre ne nascono solo 1,4", e dunque "le misure economiche, messe o non messe a sostegno della famiglia, sono un fattore decisivo".
E' viva anche la preoccupazione per l'economia: Bagnasco chiede alle banche di adottare "criteri del massimo favore possibile" per finanziare le imprese, si augura che "il diritto dei lavoratori disoccupati, in mobilità o licenziati" sia tenuto in conto, e che vengano presto "reintegrati", chiede di "non ritirare gli ammortizzatori sociali".
Il Paese reale di cui parla Bagnasco è un'Italia che non "può più attardarsi". Si deve lavorare per il "bene comune", ed è qui l'impegno dei cristiani: il cardinale chiede di "superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tornaconto", sostiene che il linguaggio pubblico deve essere "confacente a civiltà ed educazione", incoraggia "quanti si battono con abnegazione in politica", chiede di "coinvolgere anche i giovani". E rivendica il ruolo della Chiesa che "nel suggerire valutazioni" su bioetica o famiglia attinge "al patrimonio culturale dell'umanità".
La Sicilia
28/09/2010
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